Tempo di lettura: 5 minuti

Con la vittoria sul Portogruaro i nerazzurri conquistano la matematica promozione in serie A con tre turni di anticipo: si fissa con oggi il primo tassello della ricostruzione atalantina voluta dal Presidente Percassi che, dopo aver rilevato la società dalla famiglia Ruggeri, si era posto come obiettivo l’immediato ritorno di Doni e compagni tra le grandi del calcio italiano per la regina delle provinciali che si riporta la, dove le compete. Bentornata a casa magica Atalanta!

Bergamo: casa, dolce, dolcissima casa. Questo è il grido di gioia che parte dallo stadio Comunale e si riporta lungo le strade di Bergamo, provincia e laddove vi siano tracce di tifo atalantino: l’Atalanta fa ritorno in serie A dopo solo un anno di purgatorio in cadetteria e, come l’ultima volta, lo fa con tre turni di anticipo grazie al successo sul Portogruaro che riporta la banda di mister Colantuono nel paradiso pallonaro italiano dopo un campionato condotto con saggezza ed attenzione, sapendo gestire i momenti di difficoltà iniziale e piazzando l’allungo decisivo, quando le altre del torneo iniziavano a tirare il fiato, e piazzare l’allungo decisivo che ha portato i nerazzurri, insieme al Siena, a fare il vuoto nella volata per i primi due posti verso la A.

Il presidente Antonio Percassi

Un ciclone chiamato Percassi: ma la vera rivoluzione atalantina parte proprio dalla scorsa estate quando la decisione della famiglia Ruggeri di passare la mano porta il ritorno a Bergamo di Antonio Percassi che si rivelerà la vera arma vincente della rinascita atalantina. Arrivo in diligenza alla festa della Dea, prezzi stracciati per gli abbonamenti, la voglia di far entrare la voglia di Atalanta anche al di fuori dello stadio o del campo di allenamento travolge l’intera città che risponde con oltre 17mila abbonamenti e, di fatto, riempie il Comunale ad ogni gara interna dei nerazzurri e porta l’entusiasmo a mille come da tempo non si vedeva a Bergamo e dintorni. Dalla sua grande capacità di saper trascinare la folla parte il riscatto Atalantino di una squadra che verrà confermata in toto (o quasi) e affidata a Stefano Colantuono, già in passato protagonista di una promozione con l’Atalanta con cui si lasciò in maniera non certo pacifica stralciando un contratto già firmato ed emigrando a Palermo dopo una tranquilla salvezza al primo anno di A con i nerazzurri.

Colantuono andata & ritorno: combinazione del caso che proprio cinque anni e un giorno fa (il 6 maggio 2006), vincendo a Catanzaro, l’Atalanta ritrovò quella che è ora diventata la penultima promozione in serie A e, nuova ironia della sorte, su quella panchina vi era sempre Stefano Colantuono, burbero sceriffo dal pugno di ferro che non farà spettacolo sul campo ma, numeri alla mano, nessuno nella recente storia atalantina ha saputo fare meglio di lui. Vincere, senza incantare, ma portare a casa i tre punti: questo è il credo calcistico del tecnico di Anzio che non godrà delle migliori simpatie del mondo dalle parti di Bergamo, ma ha saputo portare in porto per la seconda volta quello che la società gli ha chiesto: ritornare subito in serie A. Giù il cappello a questo ciclone di allenatore che, volente o nolente, ha fatto per l’ennesima volta il suo dovere, alla faccia delle minestre riscaldate che non vanno più di moda e di tutti quelli che hanno storto il naso al suo ritorno in nerazzurro.

Capitano, mio capitano: simbolo incontrastato di una squadra, dato per bollito da molti in avvio di stagione, ha

Cristiano Doni esulta a modo suo...

saputo smentire tutti per l’ennesima volta con il suo contributo spesso decisivo: e chi meglio di Cristiano Doni può rappresentare il simbolo della riscossa nerazzurra. Il capitano coraggioso, l’uomo di mille battaglie, il simbolo di una squadra, di un modo di essere e di vivere l’Atalanta. La sua esperienza, sommata alla grinta di un ragazzino, hanno saputo tenere compatto il gruppo anche quando le cose non sembravano andar per il meglio e riuscire così a superare i momenti difficili con maggior facilità grazie a lui che, di fatto, è l’anima di questo gruppo.

Il clacson del Tir: certamente merita una citazione anche Simone Tiribocchi, il bomber che, rinunciate ad inizio stagione alle sirene della A per la causa atalantina, ha contribuito con il suo bottino di gol a risolvere partite che sembravano stregate: va citatata su tutte la splendida rete di Frosinone che permise ai nerazzurri di sbancare il Matusa e di fare un decisivo balzo verso le zone altissime del campionato.

Giacomo Bonaventura esulta dopo la rete realizzata nella gara con il Modena

Jack l’astro nascente: il vivaio nerazzuro che torna a sorridere è sicuramente una delle notizie che, in futuro, possono essere una pietra tombale per garantire stabilità nella massima serie ai nerazzurri e quello di Giacomo Bonaventura ne è l’esempio lampante. Destinato ad un ruolo margilale ad inizio stagione, i suoi gol a Modena, Cittadella e (su tutti) quello a Torino hanno fruttato nove punti decisivi nella rincorsa nerazzurra alla serie A tanto è che da giorni si vocifera che molte società della massima serie abbiano messo gli occhi su questo gioiellino nerazzurro che, però, difficilmente la società nerazzurra si lascierà sfuggire nella prossima stagione che, per Jack, potrebbe essere quella della definitiva consacrazione nel calcio italiano.

Tifo da urlo: uno stadio stracolmo come non mai per tutta una stagione con una media di 17mila e rotti spettatori a partita, e poco importa se a Bergamo non arrivasse il Milan ma squadre come il Frosinone o il

Una splendida coerografia realizzata dai tifosi nerazzurri

Crotone (con il dovuto rispetto per loro). Mai come quest’anno il pubblico del Comunale è stato il dodicesimo uomo in campo e non è certo questa la solita frase di rito utilizzata solo per le belle occasioni. La spinta e la passione con cui la gente di Bergamo ha spinto per l’intera stagione Doni e compagni è senza dubbio unica nel suo genere in un torneo cadetto dove trovare uno stadio pieno diventa un’impresa davvero ostica…

Diarionerazzurro c’è: anche per questa promozione in serie A, la quarta dalla nascita del nostro “Diario”, il nostro sito ha il piacere di raccontarvi le emozioni di questo straordinario momento di festa di una squadra, la sua città ed i suoi tifosi. Anche chi vi scrive non nasconde la propria emozione nel dover nuovamente raccontare questi intensi momenti di felicità che riescono a raggruppare migliaia di persone di fronte ad undici giocatori che rincorrono un pallone. L’emozione ed il cuore del tifoso oggi scoppiano di gioia perchè la sua squadra cuore torna ai massimi livelli del calcio italiano con la speranza che questa sia solo la prima di una serie di pagine indimenticabili da aggiungere alla ultracentenaria storia atalantina che noi continueremo a vivere e seguire con passione e gioia oltre che con la grande commozione che prova chi vi scrive in questo momento.

Grazie Atalanta, bentornata a casa!!!

Loading