Alla fine Gomez si è dovuto arrendere: altro che Inter o soddisfare la sua voglia di rimanere vicino alla famiglia, in tempi di magra e profonda confusione, anche il Siviglia si trasforma nell’occasione della vita.
Le sirene andaluse hanno sortito l’effetto sperato: accontentare tutti. Le basi economiche sono in via di definizione, ma soprattutto è arrivato il placet da parte dell’argentino, che fino a qualche giorno prima rifiutava categoricamente le ipotesi estere. E forse ora capisce che nella vita bisogna riscrivere nuovi capitoli, se si vuole andare avanti.
ORGOGLIO E DIGNITÀ- Molti partono da zero e arrivano allo status di eroe, ma l’argentino questa volta ha fatto il percorso contrario. Da capitano indiscusso e trascinatore della Dea, improvvisamente si è fatto dilaniare dal suo orgoglio, dal suo quasi delirio di onnipotenza, rifiutando di vestire la maglia nerazzurra con l’unica virtù che da oltre un secolo conta per i tifosi atalantini: l’umiltà.
Basta quindi un no a Gasperini, al suo pigmalione per distruggere in poco tempo tutto quel palazzo d’oro e successi che con tanata fatica lui stesso aveva costruito negli anni, e con grande merito.
Gomez al Siviglia: i difetti di un ex capitano
L’orgoglio non si può annichilire, ma dal punto di vista umano, la dignità va sempre salvaguardata. In questo caso Gomez però ha deciso fino in fondo di portare avanti il suo ideale, sfruttando i social come mezzo ambiguo per spingere i tifosi a fare una scelta: o con me o contro di me.
Un vero capitano non fa scegliere, ma porta tutti in un’unica direzione, in quella stabilita dalla squadra. Un capitano affonda sempre con la sua nave, ma se quella stessa nave diventa tua nemica, allora il senso di appartenenza e i suoi valori non assumono più lo stesso significato.
Purtroppo per lui, il vascello nerazzurro ha continuato e continuerà a navigare spedito anche senza il suo capitano. Per questo motivo a giochi fatti, l’ex capitano ha deciso di tagliare i ponti con gli altri membri dell’equipaggio, disconoscendoli dai social, trattandoli come perfetti sconosciuti.
Sicuramente il popolo nerazzurro si ricorderà del calciatore, forte e generoso. Caratteristiche che però non sembrano appartenere all’uomo, mostratosi debole e un po’ egoista.
Il passato non sarà una terra straniera, perché dimenticare tutto quello che ha fatto sarebbe da ipocriti, ma il futuro sicuramente non promette rimpianti.