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SERIE A, QUINTA GIORNATA

ATALANTA-COMO 2-3: LA DEA SI ILLUDE, E VIENE CASTIGATA

Bergamo: una bruttissima sorpresa. Dopo il diluvio di ieri, ci pensa il Como a mandare a fondo la Dea. L’Atalanta paga la grande prestazione di giovedì scorso contro l’Arsenal facendosi rivoltare come un guanto dalla squadra di Fabregas nonostante l’illusorio vantaggio di Zappacosta per i nerazzurri. Gli ospiti macinano gioco e a inizio ripresa sfruttano il blackout nerazzurro per piazzare tre reti in una dozzina di minuti con Strefezza prima, l’autogol di Kolasinac sul tiro di Paz e infine con Fadera. Il rigore di Lookman all’ultimo secondo di recupero cambia ben poco per una Atalanta che incassa la terza sconfitta in cinque partite e resta ferma a sei punti in classifica.

GASP CON CDK-RETEGUI: le formazioni di ambo le squadre sono identiche a quelle di ieri sera prima del rinvio; qualche cambio per Gasp rispetto alle ultime uscite per la sfida al Como: esordio per Kossounou in difesa mentre davanti CDK e Retegui di punta con Pasalic alle loro spalle. Sulle fasce Zappacosta e Bellanova. Nel Como, mister Fabregas punta davanti su Cutrone con Strefezza, Paz e Fadera alle sue spalle mentre tra i pali tocca ancora all’ex Samp Audero.

ZAPPACOSTA LA SBLOCCA SUBITO: buona risposta di pubblico allo Stadium per il bis di questa partita e sul ricordo delle “notti magiche” di Totò Schillaci, scomparso la scorsa settimana, il match prende il via con la Dea determinata sin da subito a prendere il controllo del match: al settimo una bella conclusione in area di Retegui chiama Audero alla grande risposta in corner. Passano dieci minuti ed i nerazzurri la sbloccano con merito: gran gol di Zappacosta, destro da fuori area sugli sviluppi di un corner che non da scampo al portiere lariano e fa 1-0.

CARNESECCHI SUGLI SCUDI: il Como prova subito a scuotersi e due minuti dopo il gol subito sfiora subito il pari con una bella conclusione di Cutrone da fuori che stavolta chiama in causa Carnesecchi che sventa in corner la minaccia. A due dalla mezz’ora ancora il portiere nerazzurro protagonista, stavolta con una deviazione da terra in corner sul diagonale velenoso di Sergi Roberto. A dieci dalla fine ancora la squadra di Fabregas si fa vedere con la conclusione in area da posizione defilata finisce sul fondo di Cutrone. Ultimo sussulto di un primo tempo che si chiude senza recupero e con l’Atalanta avanti di un gol.

RIPRESA, NE PRENDIAM TRE IN 12′: le avvisaglie dell’ultima parte del primo tempo si abbattono sulla Dea con la forza ben peggiore della pioggia di ieri sera. Gasp cambia durante il riposo inserendo subito Brescianini per Pasalic ma il Como trova dopo venti secondi di gioco il pari con un bel gol di Strefezza su assist di Sergi Roberto. Tempo una manciata di minuti e gli ospiti mettono la freccia: conclusione di Nico Paz da fuori che viene involontariamente deviata in rete da Kolasinac. Entrano subito Lookman e Cuadrado per i nerazzurri al posto di Retegui e Zappacosta ma a segnare è ancora la squadra di Fabregas: Fadera ben servito da ancora da Nico Paz, conclude l’azione personale battendo di destro Carnesecchi per la terza volta. Cade il gelo sullo Stadium, ospiti sul 3-1.

LOOKMAN ACCORCIA TROPPO TARDI: con una montagna da scalare, Gasp si gioca anche Samardzic che entra in campo per uno spento CDK. Al diciottesimo ci prova con una conclusione Kossounou dalla distanza, ma Audero dice ancora no. Alla mezz’ora ecco anche Vlahovic far il suo esordio in prima squadra con Ederson che esce dal campo. Nel finale durante i sei di recupero concessi, al secondo di extra time cross di Bellanova dalla sinistra, c’è Djimsiti sul secondo palo che manda fuori di un nulla, poi all’ultimo secondo il rigore conquistato proprio da Vlahovic che Lookman trasforma in concomitanza col fischio finale. Finisce 3-2 per il Como che vince con pieno merito, l’Atalanta si illude e poi viene punita per la leggerezza con cui ha condotto una partita che gli è sfuggita di mano incredibilmente con il passare dei minuti. Se la testa si scollega, è dura poi tirare le fila. Così non va.

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