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BUONA PASQUA!!!




I precedenti di Napoli-Atalanta

Trasferta storicamente molto difficile per l’Atalanta quella nel capoluogo campano. Sono infatti 47 i precedenti nel massimo campionato disputati a Napoli tra i partenopei e gli orobici, e il bilancio è di 33 successi dei padroni di casa, 9 pareggi e 5 affermazioni ospiti.

Bilancio che peraltro è migliorato nell’ultimo ventennio, dato che 4 delle 5 vittorie bergamasche risalgono in un lasso di tempo che va tra il 1997 e il 2017. La più recente è sicuramente ancora scolpita nella memoria di tutti i tifosi atalantini: è ovviamente quella del 25 Febbraio 2017, 0-2 con doppietta di Mattia Caldara al 28′ e al 70′, con i nerazzurri in 10 uomini dal 67′ per l’espulsione di Kessie; vittoria che probabilmente rappresentò il punto più alto di quella fantastica stagione.
In precedenza, il San Paolo era stato espugnato dalla formazione guidata da Colantuono l’11 Aprile 2012: 1-3 il risultato, con reti di Bonaventura, Lavezzi per il momentaneo pari, Bellini e Carmona.
Prima di allora, due affermazioni consecutive per 0-1 per l’Atalanta di Mondonico in un unico anno solare, il 1997: prima il 20 Aprile, gol di Filippo Inzaghi, poi il 28 Settembre, gol dell’ex di Nicola Caccia, in quella che però si rivelerà poi una stagione deludente per entrambe le compagini, che sarebbero scese in serie B.
Ancor prima, per ritrovare l’altro successo nerazzurro in quel di Napoli bisogna tornare addirittura al 25 Marzo 1956: 0-3 firmato da Gentili, un autogol di Ciccarelli, e Bassetto.
La sfida più recente è invece stata vinta dai partenopei, 3-1 nella seconda giornata dello scorso campionato: Zielinski, Mertens e Rog risposero all’iniziale vantaggio di Cristante. Una curiosità è invece il fatto che nel pareggio più recente, l’1-1 del Marzo 2015, per il Napoli andò in rete nei minuti conclusivi Duvàn Zapata.
Impossibile non ricordare che Napoli-Atalanta è stata anche una finale di Coppa Italia, nella stagione 1986/87; la gara di andata si disputò al San Paolo il 7 Giugno 1987. I padroni di casa si erano appena laureati campioni d’Italia mentre l’Atalanta, a sorpresa arrivata in finale, era retrocessa in serie B: il fortino nerazzurro resistette 67 minuti, ma poi i campani si imposero per 3-0 con reti di Renica, Muro e Bagni nel giro di 10 minuti, ipotecando così la vittoria nella coppa nazionale che sarebbe arrivata 6 giorni dopo nella partita di ritorno a Bergamo, vinta dal Napoli per 0-1 con un gol nei minuti finali di Giordano.




I precedenti di Atalanta-Empoli

Atalanta ed Empoli si sono affrontate nella loro storia in Serie A, Serie B, Serie C1 e in Coppa Italia. Sono soltanto 13 i precedenti totali a Bergamo, eppure distribuiti in queste quattro diverse competizioni: 8 nella massima divisione, 3 nel torneo cadetto, uno nell’odierna Lega Pro e uno nella coppa nazionale.
Il primo incrocio assoluto fu in serie C1, nell’unica stagione disputata dai
bergamaschi in quella categoria, il 15 Novembre 1981; 1-0 con rete di Bortolo Mutti all’89’. Due stagioni dopo ci si ritrovò in serie B, il 15 Aprile 1984 e gli orobici vinseronuovamente per 1-0 con goal di Soldà.
Il 5 Ottobre 1986 è invece la data della prima sfida in serie A, con i toscani che, al debutto assoluto nella massima divisione, ottennero due vittorie nelle prime due giornate. Quel giorno però, per la terza volta consecutiva, il punteggio fu di 1-0 per i padroni di casa; a decidere il match Magrin su calcio di rigore.
I biancoazzurri hanno vinto a Bergamo in una sola occasione, in serie B nell’Aprile 2011 (nell’ultima stagione disputata dall’Atalanta nella cadetteria); non sono quindi mai riusciti ad imporsi nel massimo campionato, dove il bilancio è di 4 vittorie nerazzurre e 4 pareggi.

Il confronto più recedente è il “Christmas Match” del 20 Dicembre 2016; al vantaggio empolese di Mchedlidze risposero Kessie e – all’ultimo
minuto di recupero – D’Alessandro, che regalò una preziosissima vittoria alla formazione di Gasperini, lanciata verso quella che sarebbe stata una trionfale stagione.




I precedenti di Inter-Atalanta

Sono ben 57
i precedenti nella storia della serie A a girone unico tra Inter e Atalanta
giocati a Milano; 40 le vittorie per la formazione di casa, 9 i successi ospiti
e 8 i pareggi.

I meneghini sono reduci da 4 affermazioni consecutive in campionato: clamoroso e altisonante il 7-1 di due stagioni orsono, che tutti ricorderete. Anche in un’altra occasione l’Inter era riuscita a segnare 7 reti ai bergamaschi, il 25 Marzo 1990: 7-2 il risultato finale. La principale coincidenza che lega queste due pesanti sconfitte è però il fatto che alla fine di entrambe le stagioni gli orobici raggiunsero poi la qualificazione alle competizioni europee (la Uefa nel 1990, l’Europa League nel 2017).

L’ultima affermazione dell’Atalanta sul terreno di San Siro contro la Beneamata è l’1-2 del 23 Marzo 2014: fu la quarta delle sei vittorie consecutive della formazione guidata da Stefano Colantuono, che stabilì allora il record assoluto di successi consecutivi in serie A. Doppietta di Bonaventura in quell’occasione, che era andato in rete anche l’anno precedente, in un’altra vittoria bergamasca, un clamoroso 3-4 del 7 Aprile 2013 (stessa data del prossimo match), griffata da una tripletta di Denis.

Tra le
vittorie orobiche, impossibile non ricordare l’1-2 del (guarda un po’…) 7
Aprile 2002, quando l’Inter, in piena corsa scudetto, inciampò a causa delle
reti di Sala e Berretta, e avrebbe poi perso il titolo il 5 Maggio, e l’1-3 del
12 Gennaio 1986, con doppietta di Fulvio Simonini e rigore di Soldà.

Il pareggio invece manca dal 18 Marzo 2012: 0-0 con Consigli che para un rigore a Milito nel primo tempo. Era l’Inter di Ranieri, che aveva sostituito dopo sole 3 giornate l’esonerato Gasperini.

Le due
formazioni, oltre che in Serie A, si sono affrontate anche in Coppa Italia e in
un quarto di finale di Coppa Uefa, nella stagione 1990/91; 2-0 per i milanesi
che poi avrebbero vinto il trofeo.




I precedenti di Atalanta-Bologna

Sono 47 gli incontri disputati in serie A tra Atalanta e
Bologna in quel di Bergamo.

La prima sfida nei campionati a girone unico risale al 30
Gennaio 1938: il Bologna, campione d’Italia in carica quell’anno, vinse per 2-1
contro un’Atalanta neopromossa che però avrebbe fatto subito ritorno nella
serie cadetta al termine di quella stagione.

I rossoblù vinsero poi altre due delle successive quattro
sfide (primi anni Quaranta), quindi due volte nei primi anni Cinquanta e una
sesta volta nel 1962. Il trend generale si è però poi decisamente invertito,
visto che i bergamaschi hanno prevalso complessivamente in 25 occasioni, a
fronte dei soli 7 successi degli emiliani. Già, 7 successi: 6 li abbiamo già
citati, e per trovare il settimo dobbiamo andare avanti di ben 47 anni e
arrivare al 28 Gennaio 2009, quando una rete di Volpi all’80’ permise nuovamente
ai felsinei di espugnare l’Azzurri d’Italia.

Tra le vittorie orobiche, storico è il 4-0 del 7 Aprile 1991:
fu la quinta vittoria consecutiva per la formazione allora allenata da Bruno
Giorgi, striscia record in serie A che sarebbe durata per 23 anni (superata dai 6 successi consecutivi di Colantuono nel 2014, a sua
volta eguagliato da Gasperini nel 2016).

Tremendo invece fu l’1-1 del 2 Maggio 2010 che di fatto sancì la retrocessione in serie B della squadra guidata da Bortolo Mutti; squadra che quel giorno giocò una grande e generosa quanto sfortunata partita, segnata dalla malasorte per l’espulsione di Pellegrino al 45° minuto e per l’autogol di Peluso a 10 minuti dal termine che fissò il punteggio sull’1-1 finale.

Da citare anche la statistica che su 5 incontri (3 a Bologna
e 2 a Bergamo) con Gasperini in panchina in queste ultime 3 stagioni, i
felsinei non hanno ancora ottenuto alcun punto; 5 su 5 infatti le vittorie
nerazzurre.




I precedenti di Parma-Atalanta

Su 18 precedenti giocati in serie A al Tardini tra Parma e Atalanta soltanto in due occasioni gli orobici hanno ottenuto il successo. Il più recente è quello del 23 Ottobre 2011: fu una preziosa vittoria nell’annata della penalizzazione di 6 punti; una doppietta di Maxi Moralez nel primo quarto d’ora della ripresa portò i nerazzurri sullo 0-2 e il gol dell’ex realizzato dal cileno Valdès a 10 minuti dalla fine servì solo ad accorciare le distanze.

L’altro successo è il 2-3 del 3 Febbraio 2008, un’Atalanta targata Del Neri: Pellegrino per gli ospiti, pareggio di Lucarelli, Bellini, Floccari e nel finale Gasbarroni per i ducali la successione delle reti.
Nella massima divisione, 9 sono invece le vittorie dei padroni di casa e 7 i pareggi; le due formazioni si sono affrontate anche in Serie B, in serie C1 e in Coppa Italia, e solo in un’altra occasione i nerazzurri sono riusciti ad ottenere il bottino pieno, il 18 Maggio 1975 in Serie B (1-2 il punteggio).

Come detto, c’è anche un precedente in serie C1, nell’unica stagione che i
bergamaschi hanno disputato in questa categoria, il 1981/82. La sfida andò in scena l’8 Novembre 1981 e terminò 0-0.
L’ultima occasione in cui le 2 formazioni si sono incontrate richiama alla mente un momento molto difficile per entrambe, sebbene per motivi diversi: era l’8 Marzo 2015, il Parma tornava in campo dopo 2 partite rinviate per la grave crisi finanziaria di quella stagione, mentre per l’Atalanta era la prima di Reja in panchina, che aveva sostituito l’esonerato Colantuono. Fu un brutto zero a zero con poche emozioni.

Fortunatamente, sia Parma che Atalanta stanno vivendo ora momenti decisamente migliori.




Un anno senza Emiliano. Tutto il “Mondo” dalla A alla Z

Molto più di un allenatore. Emiliano Mondonico era una persona genuina e anticonformista che aveva la rara dote di farsi benvolere da tutti, non solo e non tanto per i risultati sul campo quanto per l’intensa umanità che sprigionava.

Il Mondo se n’è andato il 29 marzo 2018 a 71 anni, dopo una vita sotto i riflettori trascorsa spesso dalla parte dei semplici, degli umili, degli emarginati, degli ultimi, sempre senza esitazioni, per cambiare qualcosa e anche un po’ per farsi cambiare. Dalla A alla Z, un modo come un altro per ricordarlo.

A come AlbinoLeffe
Mister Mondonico lascia l’AlbinoLeffe per gravi motivi di salute: per il Mondo inizia la partita più importante

È da qui che il Mondo riparte dopo l’esonero dalla Fiorentina, che lo aveva spinto a prendersi un anno e mezzo di pausa. Nel 2006 subentra a febbraio e centra la salvezza ai playout, l’anno dopo dopo strappa due pareggi alla Juve (entrambi per 1-1) e chiude al decimo posto. Tornerà sulla panchina dell’AlbinoLeffe nel 2009, conquistando altre due salvezze (le ultime del club in serie B).

B come Bestia

È così che il Mondo chiama il tumore all’addome, dopo aver scoperto di averne uno. La vicenda diventa di dominio pubblico nel gennaio del 2011, quando il Mondo lascia la panchina dell’AlbinoLeffe ed entra in sala operatoria per poi tornare dopo tre partite. L’anno dopo, il Mondo allenerà il Novara ed espugnerà San Siro (1-0 all’Inter). Della Bestia dice: «Il cancro non è invincibile, il calcio mi dà la forza per continuare a sfidarlo».

C come Cascina Brusada

Il nome della cascina di famiglia a Rivolta d’Adda, dove il Mondo ama tornare ogni volta che può. Pane, salame, vino, animali da cortile, partite a carte: tutto il contrario della… mondanità. Un porto di mare in piena campagna che accoglie celebrità dello sport e dello spettacolo, ma anche tanta gente comune. Una filosofia di vita che si riflette sul campo, in quel calcio “pane e salame” che diventa il suo marchio di fabbrica.

D come Dea Atalanta

Una storia d’amore iniziata col piede sbagliato, quella del Mondo con l’Atalanta: due presenze e zero gol nella stagione 1971/72. Come allenatore è tutta un’altra musica: due promozioni in serie A, due qualificazioni in Coppa Uefa e due salvezze, più la semifinale di Coppa della Coppe persa col Malines nell’88 e la finale di Coppa Italia persa con la Fiorentina nel ‘96. Poi retrocede in serie B e la curva scrive «Merce rara la gratitudine, grazie Mondo».

E come Equipe Lombardia

L’ultima squadra del Mondo, dopo la breve esperienza sulla panchina del Novara nel 2012. Allena calciatori disoccupati in cerca di rilancio, rimasti senza contratto dopo un’annata storta o un brutto infortunio. Negli ultimi anni allena anche i ragazzini delle medie di Lodi e la squadra del Centro alcolisti anonimi di Rivolta d’Adda, che schiera anche ex tossicodipendenti ed ex ludopatici.

F come Fiorentina

La squadra del suo cuore, anche se l’esperienza come allenatore è agrodolce. La scintilla scocca da bambino, quando il Mondo riceve in regalo una polo viola e associa quel colore alla fede calcistica. Nel 2004 subentra a febbraio e porta i gigliati in serie A, vincendo lo spareggio-promozione col Perugia. L’anno dopo però la squadra parte male e lui viene esonerato dopo 8 giornate.

G come Granata

Il Toro è l’altro vertice del suo triangolo sentimentale Bergamo-Firenze-Torino. Come giocatore il Mondo non lascia il segno, come allenatore porta i granata ai vertici del campionato e non solo: nel ‘91 vince la penultima Mitropa Cup della storia, nel ‘92 elimina il Real Madrid e perde la finale di Coppa Uefa con l’Ajax, nel ‘93 vince la Coppa Italia, nel ‘94 si ferma ai quarti di finale di Coppa delle Coppe con l’Arsenal. Poi torna nel ‘98 e porta la squadra in A, ma l’anno dopo retrocede in B.

H come Homeless World Cup

Nell’agosto del 2017 la Nazionale Solidale vola ad Oslo per partecipare alla Homeless World Cup, competizione riservata alle persone in lotta per uscire dalle dipendenze e per superare situazioni di disagio. La maggior parte dei giocatori arriva proprio da Rivolta D’Adda. Il Mondo non è presente ma è di fatto lui il tecnico “ombra” che dispensa consigli da casa e aiuta lo staff a fare la formazione

I come Filippo Inzaghi

C’è il Mondo sulla panchina dell’Atalanta nella stagione 1996/97, quando il giovane Superpippo spicca il volo e si laurea capocannoniere con 24 gol. Decisivo il supporto di Lentini e Morfeo. Per il Mondo «non è Inzaghi ad essere innamorato del gol, è il gol ad essere innamorato di Inzaghi».

L come Gianluigi Lentini

C’è il Mondo sulla panchina del Toro a inizio anni Novanta, quando il giovane Lentini esplode e trascina i granata in Europa. Poi la tormentata cessione al Milan, l’incidente d’auto e il declino. Nella stagione 1996/97 però Lentini torna a dimostrare quanto vale, quando passa all’Atalanta e ritrova il Mondo.

M come Gigi Meroni

È passato poco meno di un anno dalla morte di un’icona granata come Gigi Meroni, quando il giovane Mondo arriva al Toro per fare l’ala destra. Anni dopo, il Mondo definirà Meroni «il mio eroe, quello che io tentavo di imitare, un fenomeno». Il Mondo ha lo stesso spirito ribelle, ma non riesce a sostenere il paragone: l’avventura granata si conclude con 14 presenze e due gol in due stagioni. Si rifarà da allenatore.

N come Nomadi

Il suo gruppo rock preferito, almeno in Italia. Il Mondo non sa suonare, ma non importa: dall’Idroscalo di Milano alla Festa della Dea, imbraccia la chitarra e sale sul palco con loro in più di un’occasione. La band suona alla Cascina Brusada per una festa salvezza dell’AlbinoLeffe e parteciperà anche al funerale del Mondo, che si chiude sulle note di “Io vagabondo”.

O come Opinionista

Sguardo sornione, modi garbati, dialettica intrigante, analisi acute, riflessioni mai banali, penna raffinata. Dalla Domenica Sportiva a Quelli che il calcio, passando per tivù locali e quotidiani, il Mondo è stato anche questo: un opinionista atipico, che amava parlare di calcio senza esasperare i toni.

P come Federico Pisani

È la notte del 12 febbraio 1997: Federico Pisani sta tornando da una serata al casinò con la fidanzata Alessandra Midali e una coppia di amici, quando perde il controllo della sua Bmw e si schianta. Gli amici si salvano, Federico e Alessandra muoiono sul colpo. Pochi giorni dopo, l’Atalanta batte il Vicenza 3-1 tra le lacrime di tutto lo stadio. Così il Mondo: «Pisani era lì con noi e tutti quanti quel giorno abbiamo dato di più».

R come Rolling Stones

Quando scopre che i Rolling Stones suoneranno al Palalido di Milano, il giovane Mondo decide che non può perdersi il concerto. Lui però gioca nella Cremonese, e quel giorno la Cremonese gioca a Mestre. Così, la domenica prima, il Mondo mette in atto un piano diabolico: insultare l’arbitro fino a farsi espellere e quindi squalificare. L’8 aprile 1967, mentre la Cremonese gioca a Mestre, il Mondo balla al Palalido. Missione compiuta.

S come Sedia

Amsterdam, 13 maggio 1992. Ajax-Toro, finale di Coppa Uefa. Cravero entra in area e cade, l’arbitro lascia proseguire. A bordo campo, il Mondo solleva una sedia al cielo in segno di protesta. Il gesto entra nella storia. La spiegazione: «Quella sedia è il simbolo di chi tifa contro tutto e tutti. È il simbolo di chi non ci sta e reagisce con i mezzi che ha a disposizione. È un simbolo-Toro perché una sedia non è un fucile, è un’arma da osteria».

T come Tattica

Colleghi, giocatori, addetti ai lavori. Lo dicono tutti: il Mondo è bravissimo nel leggere la partita e nel trasformare la squadra in corsa, disorientando l’avversario. Il cambio giusto al momento giusto, per raddrizzare un risultato sfavorevole o per proteggere il vantaggio. Una dote camaleontica che gli permette di colmare il divario tecnico con gli squadroni metropolitani, portando in paradiso il calcio di provincia.

U come Ultras

«L’unico a capire il nostro mondo», recita uno striscione esposto al suo funerale dagli ultras dell’Atalanta. Quelli che portarono in trionfo il Mondo con la tuta del Toro per l’addio al calcio di Stromberg, quelli che ogni anno lo chiamavano alla Festa della Dea. Un rapporto a volte ruvido ma sempre corretto, basato sull’ascolto reciproco. Sul sagrato della chiesa ci sono anche gli ultras viola e granata, gemellati tra loro e rivali degli atalantini. Ma sono tutti uniti nel rispetto del dolore.

V come Gianluca Vialli

Nel 1982 il Mondo esordisce come allenatore sulla panchina della Cremonese e punta subito su Vialli, che l’anno prima ha esordito in serie B. L’alchimia funziona e l’anno dopo il Mondo riporta i grigiorossi in serie A dopo 54 anni. Il Mondo definirà Vialli «una forza della natura, ma soprattutto una persona vigorosa sotto tutti i punti di vista». Come
il Mondo, anche Vialli ha conosciuto la Bestia. La battaglia è ancora in corso.

Y come Yara Gambirasio

Nata nel segno di Yara Gambirasio, La passione di Yara è un’associazione che cerca di promuovere le passioni artistiche e sportive dei giovani con famiglie in difficoltà economica o in contesti sociali problematici. Tra le iniziative dell’associazione, c’è anche un torneo di calcio riservato alla categoria Pulcini. E nel 2017 il testimonial è proprio il Mondo.

Z come Stadio Zini di Cremona

È qui che il Mondo muove i primi passi, sia da giocatore che da allenatore. A Cremona il Mondo gioca nove campionati, quasi tutte in serie C. Dopo il ritiro riparte sempre dalla panchina della Cremonese, guidando la primavera per tre stagioni e la prima squadra per quattro. Poi gira tutta Italia, torna nel 2007 e vede sfumare la promozione in serie B all’ultimo secondo dell’ultima partita.

Alessandro Macciò