Eurorivali Atalanta: Liverpool a picco, Ajax e Midtjylland peccano di cinismo

L’Atalanta vola in campionato: con la manita rifilata al Cagliari, la Dea si ritrova al comando della Serie A a punteggio pieno. Ormai non ci si può più nascondere: questa squadra può davvero lottare fino alla fine per lo Scudetto, ma nel mentre sale l’attesa per l’esordio in Champions League.

Come ogni anno, quindi, è bene monitorare l’andazzo delle avversarie del nostro gruppo, e visto i clamorosi risultati di questa giornata di calcio internazionale, la consapevolezza di fare bene rimane molto alta.

LIVERPOOL A PICCO- Partiamo dai detentori della Champions del 2019. Anche i mostri sacri hanno punti deboli, come dimostra il clamoroso 7-2 infilitto dall’Aston Villa al Liverpool. I reds privati di Mané, Matip, e Allison tra i pali, si sono affidati alle giocate di Salah e Firmino, ma dietro Van Diks e Gomez hanno combinato più guai di Gianburrasca. Tanto possesso palla per i reds (70 a 30), ma il cinismo questa volta lo hanno portato i padroni di casa che hanno messo a segno 7 reti su 11 tiri nello specchio della porta, contro le due reti su 8 del Liverpool.

AJAX SENZA SMALTO- Anche il giovane Ajax nella scorsa giornata di Eredivisie si è inceppato. La squadra di Ten Haag non è riuscito a rimontare l’1-0 del Groningen, arrivato al 49′. Anche in questo caso però le statistiche ci mostrano una partita diversa dall’esito finale. I lanceri hanno stravinto il possesso palla (70 a 30), e attaccato con forza e vigore, ma nessuno dei 18 tiri totali si è concretizzato. Dall’altra parte ai padroni di casa è bastato insaccare uno solo dei 2 tiri nello specchio della porta per ottenere i 3 punti.

DANESI RIMONTATI- L’unica avversaria dei nerazzurri ad uscire contenta a metà è il Midtjylland. I danesi in trasferta a Horsens, sul lato del gioco non hanno nlla da recriminare. 26 tiri, di cui 9 in porta, e già al 32′ si trovavano avanti per 2 reti a zero. Inspiegabile rimane quindi la clamorosa remunatada incassata dal 35′ al 45′, quando i apdroni di casa hanno incominciato ad accelerare il passo, trovando dapprima il gol dell’1-2 e poi allo scadere del primo tempo il pareggio su rigore.

Tutte e tre le avversarie hanno di fatto dominato in lungo e largo le partite, ma sul piano del cinismo è venuta a mancare quella lucidità che invece la Dea continua a sfoggiare in campionato.




E’ un’Atalanta inarrestabile: cinque gol al Cagliari, Dea prima e a punteggio pieno

SERIE A, TERZA GIORNATA

ATALANTA-CAGLIARI 5-2: ANCHE LAMMERS A SEGNO NEL FINALE

Quattro non bastano più, meglio andare sul sicuro e segnarne cinque: l’Atalanta chiude il cerchio di questo inizio di campionato e si presenta alla sosta per gli impegni delle nazionali con tre vittorie su tre, tredici gol fatti e cinque subiti ed un primo posto in classifica da capire se in condivisione con qualcuno o in solitario. Numeri pazzeschi quelli della banda del Gasp che, nella sua prima uscita a Bergamo in questa stagione, asfalta anche il Cagliari: subito avanti con Muriel, i nerazzurri si fanno riprendere da Godin prima della mezz’ora, poi inizia lo show; Gomez (una magia il suo gol!), Pasalic e Zapata chiudono le marcature per il 4-1 del primo tempo e, nella ripresa, Joao Pedro per gli ospiti e Lammers (che gol per l’olandese, il primo in serie A per lui) fissano il definitivo 5-2 finale. La squadra del Gasp esce tra gli applausi dei circa mille presenti allo stadio e va alla sosta con il morale altissimo. Bergamo può continuare a sognare.

Bergamo: l’Atalanta è un rullo inarrestabile, e lo conferma anche nel debutto all’ora di pranzo al Gewiss Stadium, stadio pronto per la Champions, ma attualmente uno spettacolo per mille fortunati che vi hanno potuto accedere per via delle restrizioni in atto per l’emergenza sanitaria. Lo spettacolo comunque è sempre assicurato: finisce 5-2 per i nerazzurri primi in classifica con 13 gol all’attivo e cinque al passivo. Il Cagliari ci prova, arriva anche al pari con il neo arrivato Godin, ma poi è travolto dalla marea nerazzurra che spazza via una squadra che, negli ultimi anni, è stata capace di venir a Bergamo e compiere l’impresa.

APRE MURIEL, GODIN RISPONDE: le formazioni sono quelle annunciate con l’Atalanta che deve far a meno anche di Toloi, positivo ieri al tampone per il Covid: spazio così a Romero titolare dietro con Papu, Muriel e Zapata la davanti mentre nei sardi occhio a Simeone con Sottil e Joao Pedro nel tridente di Di Francesco. La Dea però dimostra di non fare sconti a nessuno e al settimo passa: errore in uscita e Palomino lancia nel corridoio centrale Luis Muriel in mezzo ai difensori gialli del Cagliari: sembra fuorigioco, ma il Var dà l’ok e l’arbitro Pasqua convalida. Gara subito in salita per la squadra di Di Francesco che vuole chiudere gli esterni nerazzurri per provare a ripartire: ma l’Atalanta, pur pasticciando in qualche occasione dietro, davanti è una macchina che funziona alla perfezione e continua a creare problemi con Cragno che respinge su gran botta di De Roon al ventidue che centra l’incrocio. Il Cagliari poi cresce e guadagna campo e gli uomini di Gasp devono intervenire più volte in scivolata per frenare gli assalti a destra ma al 24’, su angolo di Marin, spunta Godin che colpisce indisturbato di testa e pareggia.

GOMEZ-MAGIA, E LA DEA DILAGA: l’illusione del Cagliari dura solo cinque minuti perché dall’altra parte c’è il genio del Papu che si inventa una conclusione imparabile per Cragno facendo esplodere i mille del Gewiss Stadium. Da lì l’Atalanta prende il largo sfruttando la pochezza a destra dietro dei rossoblù: l’azione telecomandata del 3-1 viene rifinita da Gosens proprio per Pasalic a cui non resta che metter dentro al minuto trentasette. Cinque minuti dopo e arriva anche il 4-1 che lo confeziona Duvan Zapata (primo gol in campionato per il colombiano) sempre sulla corsia di destra bevendosi nell’uno contro uno Godin e battendo Cragno. Qualche minuto ancora e dopo un giro d’orologio di recupero si va al riposo.

RIPRESA, LA DEA SCIUPA E JOAO PEDRO SEGNA: nella ripresa l’Atalanta non molla e Cragno (davvero superlativo) deve compiere due prodezze su Zapata e Romero in avvio per evitare un passivo peggiore, e così al settimo il Cagliari accorcia con azione che è sviluppata da Nandez per Lykogiannis, che mette al centro e Joao è lesto ad anticipare tutti. L’Atalanta a quel punto vacilla un po’ ed è Simeone a sfiorare il 4-3 su percussione di Sottil. Poi iniziano i cambi: al ventesimo Gasp toglie Zapata e Gomez ed entrano Lammers e Malinovskyi e, pochi minuti dopo concede ancora minuti al colombiano Mojica e si copre un po’ inserendo Freuler per Muriel.

LAMMERS, GIOIELLO NEL FINALE: non è finita perché c’è gloria anche per uno degli ultimi arrivati, Sam Lammers: l’olandese ex Psv ubriaca Lykogiannis con un numero da fenomeno e colpisce in diagonale per il 5-2 a dieci dal novantesimo. Poi è ancora Cragno su Malinovskyi ad evitare che il passivo assuma proporzioni esagerate. Tre minuti di recupero e il match può così andar in archivio con la meritata vittoria dei ragazzi del Gasp che si possono così godere questo avvio di stagione da leccarsi i baffi in vetta alla classifica di serie A. E dopo la sosta, l’impegno di Napoli e l’inizio anche della Champions: prepariamoci amici, ne vedremo delle belle…

IL TABELLINO:

ATALANTA-CAGLIARI 5-2 (primo tempo 4-1)

RETI: 7′ Muriel (A), 24′ Godin (C), 28′ Gomez (A), 37′ Pasalic (A), 42′ Zapata (A), 52′ Joao Pedro (C), 80′ Lammers (A).

ATALANTA (3-4-1-2): Sportiello; Romero, Palomino (84′ Sutalo), Djimsiti; Hateboer, De Roon, Pasalic, Gosens (74′ Freuler); Gomez (64′ Malinovskyi); Muriel (74′ Mojica), Zapata (64′ Lammers) – A disp.: Carnesecchi, Rossi, De Paoli, Ruggeri, Diallo – Allenatore: Gasperini.

CAGLIARI (4-3-3): Cragno; Zappa (84′ Faragò), Walukiewicz, Godin (84′ Klavan), Lykogiannis; Nandez, Marin (65′ Tramoni), Rog; Sottil (78′ Caligara), Simeone, Joao Pedro (84′ Pavoletti) – A disp.: Aresti, Vicario, Tripaldelli, Pinna, Pisacane, Oliva, Carboni – Allenatore: Di Francesco

ARBITRO: Pasqua di Tivoli




Scudetto si…scudetto (perché) no

La manita rifilata al Cagliari ha confermato quanto scritto e riportato da giornali e televisioni nell’ultima settimana: questa Atalanta è veramente da Scudetto.

Da tabù, questa parola per molti al momento rimane un sogno difficile da concretizzare,  ma non più così utopistico.

Un obiettivo che Gasperini e Percassi cercano di nascondere (giustamente), ma sul campo le dichiarazioni pre e post partita del tecnico nerazzurro sembrano perdere sempre più consistenza, perché lui stesso sa benissimo che questa squadra non ha niente da  invidiare a Juventus e Inter, le due candidate al titolo secondo le previsioni.

In questi anni abbiamo imparato che l’unico modo per raggiungere obiettivi importanti è quello di non porsi nessun obiettivo iniziale, ma come dice Gasp, questa squadra ha maturato una consapevolezza dei propri mezzi tecnici che in poche squadre in Italia possono vantare. Ergo, Gasp non lo dice esplicitamente, ma implicitamente è sempre stato tra i pochi a crederci, perché chi meglio di lui conosce pregi e difetti (pochi) della sua squadra.

Scudetto si-  Juventus e Inter vivono con l’eterna spada di Damocle del risultato e dell’albo d’oro, la Dea invece gioca, si diverte, fa divertire tifosi e non nerazzurri, con un giusto mix di qualità, quantità e spregiudicatezza. Se a queste caratteristiche aggiungiamo campioni del calibro del Papu, gladiatori in difesa e in mezzo al campo, ma soprattutto esterni che incominciano a vedere la porta quanto gli attaccanti, il processo di riduzione di quel gap con le possibili favorite dello Scudetto si accorcia ogni giornata che passa.  E a quel credere nella parola “Scudetto” risulterebbe obbligatorio.

Scudetto no?- Partire con degli obiettivi è importante, ma partire con degli obiettivi fissi e forse al di sotto delle capacità di una squadra, alla lunga risulta fondamentale, ma può rivelarsi un’arma a doppio taglio.

Percassi ha impostato il disco sulla “salvezza”, obiettivo che tutti noi sappiamo ormai essere raggiungibile anche con la Primavera. Tuttavia, questo limite posto dall’alto si è rivelato in questi anni il vero mordente della squadra orobica, perché l’unico modo per incentivarla è quella di renderla consapevole di poter raggiungere obiettivi anni luce più importanti di quelli imposti.

Come dice Gasp, gli aspetti su cui migliorare sono ancora molti, e forse sono proprio questi limiti al momento a rendere lecito un dubbio sulla vittoria dello scudetto da parte della Dea.

Solita difesa- In principio c’è sempre la questione della difesa, che sembra viaggiare su livelli altalenanti rispetto all’attacco. Un adagio del calcio dice che lo scudetto si vince sempre con la miglior difesa, come dimostrato anche dalla Juventus cannibale nell’ultimo decennio, ma nella storia ci sono squadre che hanno vinto e convinto incassando poco e proponendo un calcio all’avanguardia.

Umana contro le umane– Altro aspetto da non sottovalutare sono quei rari ma a volte significativi blackout stagionali. Dal meno recente casalingo contro il Torino perso 2-3, al pareggio a reti bianche contro la modesta Sampdoria, passando per lo 0-2 del 3 novembre 2019 contro il Cagliari, l’Atalanta ha mostrato di essere umana contro le più umili del campionato. Perdere scontri diretti con le proprie rivali ci sta, ma perder colpi contro squadre nettamente inferiori alla lunga può influire sulla stagione. Piccoli blackout, magari di poco conto nel computo delle 38 giornate, ma eloquenti per una squadra che pensa assai in grande.

L’Atalanta da brava pokerista ha già svelato le sue carte, ma al momento al tavolo dello Scudetto solo Inter e Juventus sembrano poter avere mani dello stesso valore,  ma a Gasp gli assi nella manica difficilmente mancano.




Atalanta, arriva il Cagliari: caccia a una vittoria per restare in vetta alla classifica

BERGAMO, ORE 12.30

LA DEA CERCA IL FILOTTO PRIMA DELLA SOSTA

Non c’è due senza tre? L’Atalanta ci prova! Alla vigilia della prima sosta stagionale per le nazionali la Dea attende a Bergamo il Cagliari per cercare il primo mini-filotto stagionale e restare così a punteggio pieno. Dopo la grande impresa di mercoledì a Roma con la Lazio la truppa nerazzurra si cimenta oggi contro i sardi di Di Francesco, squadra che nelle ultime stagioni è sempre stata un osso molto duro per la Dea, specie in quel di Bergamo. Un avversario quindi da non sottovalutare assolutamente se i nerazzurri vorranno provarsi a regalare due settimane da prima in classifica.

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GLI ULTIMI DUBBI DEL GASP: il Covid ferma Toloi (positivo, ma asintomatico) che si aggiunge così all’indisponibile Caldara obbligando il Gasp ad una mezza rivoluzione dietro dove Romero potrebbe trovar la sua prima da titolare mentre in mezzo torna De Roon mentre in avanti con Zapata ed il Papu il favorito per un’altra maglia è Malinovskyi.

LE PROBABILI FORMAZIONI:

ATALANTA (3-4-2-1): Sportiello; Palomino, Romero, Djimsiti; Hateboer, De Roon, Freuler, Gosens; Gomez, Malinovskyi; Zapata – All.: Gasperini

CAGLIARI (4-3-3): Cragno; Zappa, Godin, Walukiewicz, Lykogiannis; Nández, Marin, Rog; Joao Pedro, Simeone, Sottil – All.: Di Francesco




Atalanta in Champions, il secondo anno di università è più facile?

Il sorteggio di Ginevra metterà di fronte all’Atalanta due squadre di tradizione e storia come Liverpool e Ajax, ma ttaenzione alla piccola Midtjylland, che non vorrà di certo recitare la parte della Cenerentola solo per una notte.

L’Atalanta ancora una volta ha avuto la fortuna dalla sua parte. Il sorteggio di Ginevra offre senza dubbio uno spettacolare quanto proibitivo scontro il Liverpool, ma Ajax e la cenerentola Midtjylland di certo non possono impensierire una squadra che solo nella passata stagione ha imposto il suo calcio persino alla corazzata Manchester City del maestro Pep Guardiola.

Attenzione però perché il pericolo è sempre dietro l’angolo. Da matricola ora la Dea è una brillante studentessa del secondo anno di università, tra gli anni più complicati per uno studente,  ma non per questa Atalanta che già al primo anno ha passato gli esami più difficili con tanta abnegazione e impegno.

Il gruppo D non è di certo tra i più tosti del sorteggio, ma può essere definito come il “girone del bel calcio”, come mostrato dai nerazzurri, inglesi  e olandesi, in un intreccio di storia e tradizione che rende ancor più affascinante questo gruppo. Le insidie come sempre sono tante, e proviamo a conoscere meglio i nostri avversari.

ESAMONE LIVERPOOL- Proibitivo, al limite del fattibile, e forse neanche tutto lo studio tattico del mondo potrà servire, ma anche il Manchester City ai tempi sembrava un Everest insormontabile, ma alla fine un 18 pieno questa Atalanta lo ha ottenuto con grande merito.

La punta di diamante dei Reds rimane Momo Salah, ma sarebbe ingiusto non citare anche i vari Alexander-Arnolds, Van Dijks, Firmino, Mané e Allison, per non parlare del neo acquisto Thiago Alcantara, protagonisti allo stesso modo di un calcio fluido, aggressivo e tattico come quello nerazzurro, ma forse sublimato da una schiera di campioni che nella scorsa stagione hanno polverizzato record su record in Premier League.

Nessuno però è imbattibile: l’Atletico Madrid agli ottavi ha messo in evidenza i limiti della squadra inglese: a parità di pressing e aggressività, la maggior compattezza di squadra può rovesciare l’esito già scritto del match, e forse in questo caso l’Atalanta sembra avere una consapevolezza più alta dei propri mezzi. Una carta che sicuramente il Gasp potrà e dovrà giocare, perché il 18 adesso non sembra un miraggio, ma un punto di partenza.

MATRICOLE…- Da compagni dello stesso corso, sarebbe buona norma aiutarci a vicenda e scambiarci appunti, ma nel caso dei danesi del Midtjylland l’apprendimento sarebbe monodirezionale. Non si è mai vista una matricola spiegare ad una studente del secondo anno una lezione con fare autoritario, ma se i danesi sono riusciti ad iscriversi allo stessa università dei nerazzurri, hanno sicuramente qualcosa da offrire.

La mente torna alla quella funesta eliminazione nei preliminari di EL nel 2018 ai rigori contro il Copenaghen, ma di strada questa Dea ne ha fatta molta da allora.

Così come i nerazzurri la scorsa stagione, nell’edizione 2020/201 i danesi si ritrovano ad interpretare il ruolo di cenerentola/mina vagante del gruppo, perché da perdere hanno davvero poco.

L’entusiasmo non manca, così come la speranza per il club di mettere in vetrina i suoi talenti. In primis Pione Sisto, cresciuto proprio nei “lupi” scandinavi e tornato da poco alla casa madre, dopo 4 anni esplosivi al Celta Vigo. 18 gol e 14 assist in 135 partite in Liga: numeri di certo non esaltanti se vuoi spaventare le tue compagne di corso, ma sicuramente da non sottovalutare. Il tasso tecnico non è paragonabile a quello espresso da inglesi, orobici e olandesi, ma l’innocenza e la sfrontatezza della giovane età dei danesi potrebbe dare vita a match per nulla scontati in certi tratti.

Come sempre però l’età rappresenta un’arma a doppio taglio: 24,5 anni è l’età media, che significa tanta spensieratezza, ma anche tanta inesperienza che alla lunga conferma già in partenza l’ultimo posto nel gruppo.

 E METEORE- Nell’ultimo biennio il paragone tra Ajax e Atalanta ha appassionato tifosi e professionisti del mondo della comunicazione. Le somiglianze tra le due squadre non si possono negare: calcio totale, stessa filosofia legata alla crescita dei giovani e stessa ambizione senza limiti, ma durante l’università si cambia idea facilmente, e qualcosa si perde sempre per strada.

La società olandese ha deciso di smantellare mezza rosa per trarre profitti importanti: De Ligt, De Jong, Zyiech, Schone e van De Beek sono solo alcuni dei nomi altisonanti venduti a peso d’oro (circa 250 milioni incassati) e che hanno inevitabilmente indebolito i lanceri.

Tuttavia, la filosofia dei “giovani al potere” starebbe portando nuovamente i suoi frutti. Quincy Promes (chiedere info ad Hateboer e De Roon) ed Antony al momento rappresentano il tandem di talento più cristallino dei lanceri, supportati dal capitano Dusan Tadic, autore di ben 16 reti e 21 assist in metà stagione.

Così come per il Liverpool, la tradizione internazionale potrebbe rappresentare un vantaggio psicologico per gli olandesi: 4 coppe campioni in bacheca, ma come sappiamo non è la storia a scender in campo, ma i giocatori.

Insomma, le chances per un 30 e lode sono residue, ma comunque concrete. Un bravo studente però sa che le insidie maggiori sono causate da quegli esami facili sulla carte perché da pochi crediti, ma che possono implicare uno studio e un’applicazione più intensi del previsto.




Serie A, i risultati della 1a giornata

JUVE SUBITO OK, ROMA CHE PASTICCIO: K.O. A TAVOLINO

Prima di campionato (divisa in due tronconi con i recuperi di questa settimana) e subito buone notizie per la Juve, che piega facilmente la Samp e si conferma formazione consolidata nonostante i molti cambi dopo la scorsa stagione. Bene anche il Milan che con la doppietta di Ibra piega il Bologna; pasticcio incredibile a Verona, dove la Roma compila in maniera errata una distinta e verrà punita con il 3-0 a tavolino. Vediamo ora tutti i risultati di questa giornata, i marcatori e la classifica (che è quella completa dopo i primi due turni):

I RISULTATI

Fiorentina-Torino 1-0: 78′ Castrovilli – giocata sabato 19 ore 18

Hellas Verona-Roma 0-0* – giocata sabato 19 ore 20:45
(*poi 3-0 a tavolino per il Verona)

Parma-Napoli 0-2: 63′ Mertens, 77′ Insigne – giocata ore 12:30

Genoa-Crotone 4-1: 7′ Destro (G), 10′ Pandev (G), 28′ Riviere (C), 34′ Zappacosta (G), 75′ Pjaca (G)

Sassuolo-Cagliari 1-1: 77′ Simeone (C), 87′ Bourabia (S) – ore 18

Juventus-Sampdoria 3-0: 13′ Kulusevski, 78′ Bonucci, 88′ Ronaldo – ore 20:45

Milan-Bologna 2-0: 35′ e 51′ Ibrahimovic – lunedì 21 ore 20:45

Benevento-Inter 2-5: 1′ e 28′ Lukaku (I), 25′ Gagliardini (I), 34′ e 76′ Caprari (B), 42′ Hakimi (I), 71′ Lautaro (I) – mercoledì 30 ore 18

Udinese-Spezia 0-2: 29′ e 94′ Galabinov – mercoledì 30 ore 18

Lazio-Atalanta 1-4: 10′ Gosens (A), 32′ Hateboer (A), 41′ e 61′ Gomez (A), 57′ Caicedo (L) – mercoledì 30 ore 20.45

LA CLASSIFICA

# Squadra PG V P S GF GC DG Pts.
1 SSC Napoli 2 2 0 0 8 0 +8 6
2 Atalanta 2 2 0 0 8 3 +5 6
3 Inter 2 2 0 0 9 5 +4 6
4 Hellas Verona 2 2 0 0 4 0 +4 6
5 Milan 2 2 0 0 4 0 +4 6
6 Juventus 2 1 1 0 5 2 +3 4
7 Sassuolo 2 1 1 0 5 2 +3 4
8 Bologna 2 1 0 1 4 3 +1 3
9 Fiorentina 2 1 0 1 4 4 +0 3
10 Lazio 2 1 0 1 3 4 -1 3
11 Spezia 2 1 0 1 3 4 -1 3
12 Benevento 2 1 0 1 5 7 -2 3
13 Genoa 2 1 0 1 4 7 -3 3
14 Cagliari 2 0 1 1 1 3 -2 1
15 Roma 2 0 1 1 2 5 -3 1
16 Torino 2 0 0 2 2 5 -3 0
17 Udinese 2 0 0 2 0 3 -3 0
18 Sampdoria 2 0 0 2 2 6 -4 0
19 Crotone 2 0 0 2 1 6 -5 0
20 Parma 2 0 0 2 1 6 -5 0



Le pagelle di Lazio-Atalanta

PAPU, CHE BELLEZZA! ROMERO E’ SUBITO DECISIVO

Trovare pecche a questa squadra diventa davvero difficile ogni volta di più: anche oggi l’orchestra del Gasp suona con pochissime stonature e travolge la Lazio sul proprio campo. Il Papu segna due gol meravigliosi, Hateboer va ancora a segno, poi anche chi subentra si fa trovare pronto: Romero in difesa sembra un innesto davvero azzeccato.

LE PAGELLE:

ALL.: GASPERINI 9: anche stasera la sua squadra non sbaglia praticamente nulla. Due vittorie su due ad inizio stagione non gli erano mai riuscite, ed anche questo è il segnale che questi ragazzi fanno davvero sul serio. La consapevolezza e la cinicità messa in campo dai suoi rappresenta al meglio la crescita di un’Atalanta che vuol spingersi sempre più su. Avanti così!

SPORTIELLO 6.5: un paio di interventi molto importanti, uno sopratutto (quello su Bastos nella ripresa) si rivelerà determinante. Bravo.

TOLOI 7: gioca una gara praticamente perfetta, lascia solo le briciole agli avversari. In crescita.

PALOMINO 7: torna titolare e dimostra l’importanza della sua presenza la dietro a supporto dei compagni.

DJIMSITI 7: gioca solo un tempo, in maniera impeccabile e con pochissime sbavature (ROMERO 7.5: però, che inizio! Due interventi praticamente decisivi e grande quantità e solidità. Presto per dare giudizi importanti, però se il buongiorno si vede dal mattino…).

HATEBOER 7.5: che meraviglia! Un altro gol bellissimo al termine di una partita giocata nuovamente ad altissimi livelli. Fantastico!

PASALIC 7: in un ruolo che non gli si addice più di tanto poichè piuttosto arretrato, non sfigura comunque (DE ROON 6.5: entra e si rende utile alla causa nella parte finale del match)

FREULER 7: ormai inamovibile per il Gasp, fa da diga la in mezzo ringhiando sugli avversari e facendo spesso ripartire l’azione.

GOSENS 7.5: apre le danze con il gol dell’1-0, poi è spesso fuori controllo per la difesa laziale diventando una autentica spina nel fianco. (MOJICA s.v.)

MALINOVSKYI 7: nonostante si innamori un po’ spesso del pallone, abbina ottime giocate a ripartenze spesso molto pericolose.

GOMEZ 8: che bellezza! Segna due gol uno più bello dell’altro e si conferma in grande forma. Il secondo (che chiude di fatto il match) è una autentica meraviglia. Immenso! (MURIEL s.v.)

ZAPATA 7: occasioni per calciar in porta davvero pochine per lui, ma spesso è molto utile alla causa facendosi trovare pronto anche in fase di copertura. (LAMMERS s.v.)