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CHAMPIONS LEAGUE, SECONDA GIORNATA

ATALANTA-SHAKHTAR D. 1-2: LA BEFFA UCRAINA ARRIVA AL 95′

“Dalle sconfitte c’è sempre qualcosa da trarre per imparare e crescere”: dice bene mister Gasperini, ma così fa davvero male. L’Atalanta perde in maniera talmente assurda e rocambolesca contro lo Shakhtar da racchiudere in se l’essenza di questo sport: bellissimo, ma allo stesso tempo a volte truce e crudele. Un rigore sbagliato da Ilicic, un palo di Pasalic e il gol di Zapata che pare una liberazione: ma la Champions è tosta, e gli ucraini crescono nel finale di primo tempo e trovano il pari con Moraes a quattro dall’intervallo e centrano una traversa. Nella ripresa la Dea getta il cuore oltre l’ostacolo, crea occasioni, sfiora il vantaggio in pieno recupero prima con Gomez e poi con Malinovsky ma subisce a pochi secondi dal gong il letale contropiede ospite di Solomon. Restiamo a zero punti, gli applausi e i complimenti non fanno classifica purtroppo.

Milano: il calcio è anche questo, bello e allo stesso tempo crudele: e per l’Atalanta, se la prima è stata un disastro, la seconda è stata una beffa di quelle difficili da scordare. All’ultimo respiro la banda Gasperini subisce la seconda sconfitta che non meritava e che purtroppo riduce le speranze di qualificazione a un lumicino, a voler essere ottimisti. Eppure questa volta la Dea, contro avversari ben più dotati della Dinamo Zagabria, se la gioca alla pari, mette paura allo Shakhtar, sbaglia subito un rigore, segna con Zapata il gol del vantaggio, vince sotto il profilo del dominio territoriale. La differenza alla fine la fanno i giocatori ucraini hanno di alta classe: sfruttano ogni occasione e trovano il gol vittoria all’ultimo respiro con Solomon, appena entrato, proprio mentre Gomez e compagnia cercavano il colpo da tre punti. La Champions è sempre più complicata per la Dea, se si pensa soprattutto ai prossimi due impegni (contro il City), ma sarà comunque una bella avventura con questi tifosi (oggi 30 mila a San Siro, un quarto della popolazione di Bergamo) che alla fine hanno applaudito a lungo i loro eroi sconfitti.

DEA SCIUPONA MA TOSTA, SOGNA CON ZAPATA: eppure si è visto dai primi giri di palla che questa era l’Atalanta che conosciamo. Sempre un po’ contratta, l’emozione Champions non si è smaltita in una gara, a volte un po’ frenetica e pasticciona negli scambi, ma viva, pimpante e aggressiva. Lo Shakhtar l’ha agevolata schierandosi con un insolito 4-1-4-1 di copertura, lasciando solo Moraes in attacco. In teoria, non una brutta idea per un rivale che gioca uomo contro uomo e così ha costretto Toloi e Masiello a uscire spesso su Taison e Marlon. Comunque, fin quando il pallino l’ha tenuto stretto l’Atalanta non ci sono stati problemi. Peccato non aver sfruttato il rigore che Ilicic si è procurato con un po’ di furbizia e che lui stesso ha fallito con un tiro potente ma poco angolato. L’Atalanta non si è scoraggiata ha spinto e nella stessa azione ha preso il palo con Pasalic e poi, su pennellata di Hateboer, Zapata ci ha messo la zuccata vincente con la complicità di Pyatov, molto meno bravo in uscita che sul rigore: il Panteron atalantino segna così il primo, storico gol della squadra orobica in Champions League.

MORAES FA 1-1, MARLON PRENDE IL PALO: la reazione degli ucraini è però stata immediata: prima Moares con un tiro a giro ha impegnato Gollini, poi al tramonto del primo round De Roon ha perso palla con Allan Patrick che ha premiato il taglio di Moares che manda fuori giri Palomino e, dribblato Gollini in uscita, fa gol a porta vuota: 1-1. Nel recupero poi Marlon, su punizione, ha pareggiato i conti coi pali prima dell’intervallo.

RIPRESA, SPINGE LA DEA: dopo la pausa, l’Atalanta è partita forte e più ordinata, Gasperini dopo dieci minuti ha inserito forze fresche: Malinovskiy e Gosens per Ilicic e Hateboer e la Dea ha creato subito un paio di occasioni con Zapata, Pyatov è stato bravo a stoppare il secondo tiro. Poi Gasp ha provato la mossa Muriel, sostituendo Masiello e arretrando De Roon tra i centrali.

SOLOMON ENTRA E FIRMA LA BEFFA: la contromossa ospite si rivelerà quella vincente entra Solomon sulla fascia per contrastare il fresco Gosens. La Dea ha condotto sempre il gioco, è entrata in area ucraina parecchie volte e ha avuto due vere occasioni nel finale con Malinovskyi (tiro di un filo a alto) e Gomez respinto dal portiere: poi, quando tutto sembrava destinato a portare al pareggio e invece quella ripartenza maledetta all’ultimo respiro di Dodò che trova proprio Solomon che mette dentro la beffa che sentenzia per l’ennesima volta come la Champions non vuole sorridere ad un’Atalanta che oggi, a differenza di Zagabria, ha veramente dato tutto. Ma non è bastato.

IL TABELLINO

ATALANTA- SHAKHTAR DONETSK 1-2 (primo tempo 1-1)

RETII: 28′ pt Zapata (A), 41′ pt Moraes (S), 50′ st Solomon (S)

ATALANTA (3-4-1-2): Gollini; Toloi, Palomino, Masiello (24′ st Muriel); Hateboer, De Roon, Pasalic, Castagne (13′ st Gosens); Gomez; Ilicic (13′ st Malinovskyi), Zapata – A disposizione: Sportiello, Kjaer, Freuler, Djimsiti – Allenatore: Gasperini

SHAKTHAR DONETSK (4-2-3-1): Pyatov; Bolbat (48′ st Dodo), Kryvtsov, Matviienko, Ismaily; Stepanenko, Patrick (24′ st Solomon); Marlos (40′ st Konoplyanka), Kovalenko, Taison; Moraes – A disposizione: Shevchenko, Bondar, Marcos, Dentinho – Allenatore: Castro

ARBITRO: Stieler (Ger)

NOTE: spettatori: 25mila circa – ammoniti: Ilicic, De Roon, Toloi, Malinovskyi (A); Kryvtsov, Stepanenko, Moraes, Bolbat (S) – Calci d’angolo: 4-4 – recupero: 2′ p.t. e 4′ s.t.

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