Chi conosce e segue diarionerazzurro.it si sarà accorto da sempre che, in anni ed anni di presenza fedele sul web, non sono mai stati temi di nostra competenza degli argomenti quali polemiche inutili e sterili.
Abbiamo trattato dei temi che talvolta non avevano a che fare con il calcio (ricordo uno speciale sul disastro delle Torri Gemelle, un’altro sulla morte di Papa Giovanni Paolo II tanto per citarne un paio) ma non ci siamo mai invischiati in faccende che non fossero il raccontare a chi entra sul sito le partite dei nerazzurri con la semplicità e la serenità che un vero diario vorrebbe trasmettere, soffermandosi solo sul raccontare gli eventi ed evitando tutto ciò che gli sta intorno: una partita di pallone è costituita da novanta minuti in cui ventidue giocatori corrono dietro ad una palla per divertirsi e regalare emozioni alla propria gente, ai propri tifosi che, come è giusto che sia, hanno libertà di esprimere giudizi positivi oppure negativi, di far nascere discussioni se Tizio è meglio di Caio o se Pinco deve allenare la propria squadra oppure se Pallino la saprebbe gestire meglio: certe polemiche entrano ed escono dai bar ed i tifosi sono il sale di queste discussioni; esiste però un confine entro cui chi, invece, deve scrivere e raccontare della propria squadra del cuore deve limitarsi e non oltrepassare. Se si oltrepassa quella linea, molto spesso si passa per il professarsi megalomani di questa scienza che altro non è che un semplice gioco chiamato calcio: non ho mai creduto di aver nemmeno osato guardare dove fosse quella linea ma, navigando qua e la per la rete si scopre che in giro si permettono di scrivere che alcuni personaggi pensano di avere la scienza nerazzurra infusa all’interno della propria tastiera del pc ed affermano di “Non parliamo mai a caso, da ignoranti di calcio, studiamo più di altri “espertoni” e “professoroni” della scienza calcistica.”… per andare poi avanti ancora e scoprire “Che il calcio si basi su analisi di pancia e non razionali, è ormai prassi consolidata.”.
Fortunatamente chi vi scrive non ha problemi di pancia, ma ha anche il giusto pelo sullo stomaco per essere critico quando le cose non vanno bene, ed essere felice quando invece tutto va per il meglio ma godo anche della sufficiente umiltà di non varcare quella linea di rispetto che non mi farebbe mai pensare di mettermi a criticare le opinioni altrui professandomi chissà quale guru del calcio atalantino. Piuttosto penso sarebbe più corretto che chi rivolge accuse abbia il buon gusto ed il coraggio (merce assai rara di questi tempi) di fare nomi e cognomi, oppure di rivolgersi ai diretti interessati senza fare di ogni erba un fascio.
Mi diletto in questo hobby e collaboro anche con persone squisite a cui do una mano con alcuni miei pezzi e che si dimostrano tifosi sani e veri di una squadra che, nei suoi momenti di difficoltà, non ha bisogno ogni santo giorno di un costante gioco al massacro da parte di luminari che sanno solo sparare sentenze, ma hanno bisogno che attorno a loro sentano anche la fiducia dell’ambiente che è costituito dai tifosi, ma anche di chi scrive su giornali, riviste o nel web.
Questo comportamento ai limiti dell’assurdo che punta sempre e solo a fare critica inutile e sterile altro non fa che portare inutili tensioni e discussioni futili che, sicuramente, non aiutano squadra e società a lavorare con la giusta serenità che gli compete: raccontare dalla prima gara di campionato che Ardemagni altro non è che la fotocopia di Acquafresca, o leggere su questo ragazzo considerazioni del tipo (riporto TESTUALMENTE) “Se non riesce a reggere le pressioni di una piazza come Bergamo le vie sono due: o è destinato ad una carriera mediocre, oppure si dia al Golf o al tennis dove gioca per conto suo…” hanno sinceramente di tutto tranne che dell’inerente al contesto delle difficoltà che Ardemagni sta avendo in questo avvio di stagione. Massacrare puntualmente il mister per le sue scelte, seminare pessimismo simil-catastrofico dopo nemmeno un quarto di stagione non sono certamente quanto il presidente Percassi ha chiesto a tutti (dai tifosi, ai mass media) per cercare di riportare questa Atalanta in serie A. Vien da chiedersi se questi personaggi vogliano davvero il bene dell’Atalanta o puntino solo a cercare di destabilizzare un ambiente sin troppo carico di suo di pressioni e attese che sbucano da ogni parte nei meandri di Zingonia…
Tutto questo serve a ribadire, semmai ve ne fosse bisogno, che diarionerazzurro.it si dissocia da questa campagna di asssurda e, per certi versi, stupida che alcuni portali e certa gente porta avanti da qualche tempo con il solo scopo di fare del male a quell’Atalanta che è patrimonio della città di Bergamo e di tutta la sua gente che la ama davvero al punto di riempiere uno stadio di oltre 20mila persone a partita, cosa che mezza Italia ci invidia.
Sono e sarò sempre al fianco di questa squadra, sarò critico al momento giusto ma senza mai permettermi esagerazioni senza senso perchè questa squadra mi fa brillare gli occhi e venire la pelle d’oca nel solo momento in cui la vedo uscire dal tunnel di qualsiasi stadio, perchè mi ha spinto a dedicarmi con passione a lei, perchè è la squadra per cui tifo ed a cui non vorrei fare male per nulla al mondo e che ha nella sua tifoseria quello splendore che ti sa catturare e farti davvero innamorare di calcio, quello vero.
Per questo chi vi scrive resta convinto che questa squadra possa farcela a centrare il suo traguardo, immaginandosi poi quanti mal di pancia verranno a questi scienziati nerazzurri che si prendono la briga di fare di ogni erba un fascio e tirando in ballo tutti quanti senza prima guardare nel proprio orticello…
Mai come in questo caso… Forza Atalanta… ol rest al vansa!!! (speriamo si scriva così!)
Luca Rossi