SERIE A, TRENTAQUATTRESIMA GIORNATA: prestazione decisamente sottotono dei nerazzurri nell’anticipo di Catania dove la squadra di Colantuono esce sconfitta per 2-0 grazie alle reti (una per tempo) di Gomez e, nel finale di gara, di Seymour. Puntando sulla squadra vincente a Napoli, con il solo innesto di Gabbiadini per lo squalificato Denis, la squadra risulta poco incisiva in fase conclusiva, collezionando solo una palla gol (sciupata da Bonaventura) in tutta la partita; un Catania attento ed ordinato ha la meglio, senza strafare di un’Atalanta poco convincente in un finale di campionato che non impone soste: martedì arriva il Chievo, domenica tocca alla Fiorentina per due appuntamenti fondamentali al Comunale verso la salvezza.
Ciao Moro!: il pallone torna a rotolare, la macchina del calcio prova così a rimettersi in moto dopo una settimana di stop forzato che nessuno avrebbe mai voluto vivere. La morte di Piermario Morisini lo scorso sabato a Pescara ha scosso tutto il mondo pallonaro con la drammatica notizia della scomparsa del ragazzo, prodotto del vivaio atalantino, che arriva un po’ in tutte le parti d’Europa e del Mondo. Mi permetto incominciare questo mio pezzo con qualche riga dedicata a questo ragazzo, la cui scomparsa ha colpito tutti noi: non ho voluto scrivere più del dovuto nel corso di questa tremenda settimana appena trascorsa, talvolta si preferisce rifugiarsi in se stessi, pensare, riflettere e porsi tante domande a cui, probabilmente, mai e poi mai troverò una risposta esauriente; due righe sul sito con una fotografia in suo ricordo, qualche post su Facebook e niente più. Un silenzio personale che ho preferito a fiumi di parole belle e toccanti lette un po’ ovunque che, purtroppo, non saranno mai sufficienti a restituirci questo ragazzo che ha perso la vita in maniera tanto incredibile quanto pazzesca era stata la vita per la sua famiglia fino al drammatico epilogo di sabato. Sono quelle cose che ti fanno riflettere, e tanto: insegnamenti di vita che, probabilmente, ci fanno anche sentire un po’ “stupidi”, (passatemi il termine), quando talvolta ci lamentiamo della nostra quotidianità e poi, tragedie come quelle di Piermario, ci riportano a capire che forse abbiamo troppo, e non ci basta davvero mai. Chi vi scrive ha pochi anni più di Piermario, vedere una vita spezzarsi così fa davvero male, la vita ci impone di dover comunque proseguire il nostro cammino e voltare pagina senza dimenticare questi momenti che ci devono far interrogare tutti quanti e riflettere. Piermario ci ha lasciato qualcosa che tutti porteremo sempre con noi: la sua storia, il suo sorriso, la sua voglia di essere un ragazzo semplice, di quelli a cui è impossibile non voler bene.
Ora scusami, a me tocca andare avanti, tornare a parlare di quel pallone che amavi tanto, di raccontare quello che la tua Atalanta combinerà questa sera nella trasferta di Catania: spero tu possa essere contento così da lassù, in quel grande campo di calcio sospeso in cielo dove sicuramente ci guarderai. Ciao Piermario.
Sfida tra sorprese: chiamatele rivelazioni, sorprese o come vi pare, ma quella tra Catania ed Atalanta è sicuramente la sfida tra due belle realtà di un campionato di serie A che entra ormai nel vivo della sua volata finale con cinque partite nell’arco di un paio di settimane che ci diranno tutte le verità su questo torneo salvo poi affidarsi a quel che di altro potrebbe dire la giustizia sportiva nell’ambito della vicenda-scommesse. Montella e Colantuono sono gli artefici principali delle prodezze di questo Catania-Atalanta in cui i bergamaschi vanno a caccia di altri punti importanti, dopo l’exploit di Napoli nel turno precedente, per puntellar ancor di più una classifica in cui la banda nerazzurra ha toccato quota quaranta punti proprio con la vittoria al San Paolo; vogliono invertire la rotta invece i padroni di casa che arrivano da due sconitte piuttosto brucianti che hanno fermato l’ascesa dei siciliani nelle zone alte della classifica.
Manolo per Denis: dopo il minuto di silenzio scandito dagli applausi del Massimino e le lacrime di alcuni giocatori nel ricordo di Piermario Morosini si va ad incominciare il match con Colantuono che opta per la stessa formazione di Napoli con la sola eccezione di Gabbiadini in attacco al posto dello squalificato Denis. Partenza pimpante dell’Atalanta che mantiene palla e prova anche ad andar subito sul fondo, guadagnando corner a pochi secondi dall’inizio pur senza effetti particolari. Il Catania aspetta inizialmente, per poi affidarsi agli spunti di Lanzafame e le puntate di Lodi per cercare di far male alla difesa atalantina; al decimo da un fallo non fischiato su Schelotto i padroni di casa arrivano in area, rinvio corto di Stendardo e nasce una semimischia che manda in affanno la difesa orobica che si salva comunque in corner.
Match fiacco: poco entusiasmante la prima ventina di minuti di una partita che fatica a decollare e le due squadre che si ritrovano ingabbiate in mezzo al campo e si annullano a vicenda; sono, tuttavia, i ragazzi di Colantuono a provarci di più come al diciannovesimo quando una discesa di Peluso costringe la difesa siciliana a rifugiarsi in corner. Il Catania risponde al minuto ventitre con una bel duetto tra Lanzafame e Berghessio con assist del primo per il secondo in area atalantina, ma Consigli è pronto ad intervenire e sventare la minaccia. Traversone di Bonaventura al ventiseiesimo, ma il cross è troppo alto e si spegne sul fondo; Maxi Moralez spazia a tutto campo nel tentativo di sorprendere la difesa di Montella con le sue giocate ma l’argentino pecca sovente di precisione nel lanciare il contropiede nerazzurro. Il Catania ci prova con Gomez a saltare un paio di giocatori nerazzurri e mettere in mezzo un pallone che, però, viene respinto dalla retroguardia atalantina.
All’improvviso Gomez: col passare dei minuti diventa palpabile la sensazione che la si possa sbloccare solo con la prodezza del singolo ed il Catania decide, purtroppo, di trasformare in realtà i presentimenti alla mezz’ora quando è Gomez a scoccare dalla lunga distanza una bordata che s’abbassa all’ultimo momento e fulmina Consigli portando in vantaggio i siciliani.
Si rischia: ci prende gusto la squadra di Montella, l’Atalanta rischia grosso pochi minuti dopo il gol subito quando una splendida azione corale dei siciliani, da Lodi a Seymour sulla destra, fa nascere il traversone basso in area per lo smarcato Bergessio, la cui conclusione è salvata in angolo da Lucchini con un intervento in extremis. Passato lo spavento, i nerazzurri provano a rimetter in ordine gli equilibri provando ad aumentare il ritmo e guadagnando punizione dal limite al trentasettesimo ma il tentativo di finalizzazione di Gabbiadini è da dimenticare; fanno ancora paura i padroni di casa, invece, a pochi minuti dall’intervallo: punizione dalla sinistra di Lodi e l’incornata di Legrottaglie si stampa sul palo alla sinistra di Consigli rimasto impietrito sull’incornata dell’ex juventino che fa scorrere un tremendo brivido sulla schiena dei tifosi atalantini che vedono la propria squadra chiudere il primo tempo, (dopo un minuto di recupero), sotto di un gol in una prima parte di gara decisamente poco entusiasmante dei ragazzi di Colantuono.
Copione invariato: si ricomincia, così, dopo l’intervallo con gli stessi effettivi in campo con nessun cambio operato dagli allenatori. Pasticcia in mezzo al campo Moralez che, di fatto, regala palla agli avversari che fanno subito ripartire Berghessio che viene chiuso in area in extremis da Stendardo dopo tre minuti; sulla falsa riga del primo tempo, l’Atalanta ci prova, ma è il Catania che quando si distende porta pericoli dalle parti di Consigli. Va a guadagnare punizione da posizione interessante Bonaventura al quinto minuto quando viene fermato da Legrottaglie che, nell’occasione, viene anche ammonito; punizione sprecata da Moralez che cerca Gabbiadini in area la cui conclusione è rimpallata sulle gambe dei difensori etnei.
Jack, che peccato!: l’Atalanta si fa finalmente vedere al dodicesimo, andando a confezionare la prima, vera, occasione della partita: Moralez offre un pallone rasoterra che taglia tutta l’area del Catania e trova Bonaventura che va a colpire quasi a colpo sicuro ma trova sulla sua strada la pronta risposta del portiere Terraciano, (esordiente in serie A), che nega al nerazzurro la gioia della rete. Nel frattempo mister Colantuono opera il primo cambio del match inserendo Tiribocchi al posto di Schelotto (protagonista anche di un mezzo battibecco con mister Colantuono al momento del cambio).
Poche occasioni: azione di contropiede dei nerazzurri al diciottesimo con Peluso che apre per Moralez che, entrato in area, conclude però alto sopra la traversa. Sempre più complicato creare occasioni importanti per i nerazzurri con il Catania che è bravo ad aspettare e poi ripartire rendendosi spesso pericoloso come al ventunesimo quando arriva un tiro-cross basso di Gomez da sinistra per Bergessio, Consigli respinge e Stendardo spazza via la minaccia. Si gioca anche la carta Carrozza mister Colantuono che va a sostituire Gabbiadini, (che chiede il cambio per un colpo subito), con l’ex giocatore del Varese alla mezz’ora mentre Berghessio nel frattempo si libera bene in area e si gira concludendo fuori di un niente.
Seymour spegne le speranze: mentre si entra negli ultimi dieci minuti di gara è il momento anche di Ferreira Pinto che entra in campo per Bonaventura. Va alla conclusione Gomez al trentaseiesimo e Consigli si distende, deviando la palla in corner sui cui sviluppi l’azione del Catania sfuma. Prova e riprova, il Catania trova il gol del raddoppio quando ormai mancano una manciata di minuti al novantesimo: un cross di Bergessio da destra innesca Catellani che tira, Consigli respinge, ma Catellani è bravo ad anticipare il portiere nerazzurro e a smarcare di testa Seymour che infila la porta sguarnita portando sul 2-0 la squadra di Montella e mandando in ghiaccio un match che andrà in archivio dopo quattro minuti di recupero in cui succederà davvero ben poco. Soltanto un tiro in porta in novanta minuti è davvero troppo poco per poter sperare di uscire indenni da Catania contro una squadra che si è dimostrata più pratica che spettacolare e si è portata a casa una vittoria che non fa una piega. Sconfitta brutta, l’occasione per rialzare la testa capiterà subito con il duo di partite interne con Chievo e Fiorentina di martedì e domenica in cui sarà davvero importante andare a cercare quei punti che mancano a chiudere la pratica-salvezza senza dover rischiare un finale col fiato sospeso che nessuno tifoso vorrebbe vivere. Incrociamo le dita.