Dai Atalanta, inizia contro lo Spezia la lunga volata tra campionato ed Europa

CESENA, ORE 18

PAPU E COMPAGNI CONTRO LA SORPRESA LIGURE

Il campionato riparte dopo l’ultima sosta di questo 2020 per le nazionali e l’Atalanta si tuffa così nel lungo tour de force che la vedrà protagonista tra campionato e coppa quasi senza sosta da qui sino a Natale. Inizia dal sorprendente Spezia il cammino di una Dea che non dovrà distrarsi se non vuol perdere altri punti importanti per restare nelle zone nobili della classifica; occhio però alla squadra di Italiano, che da sicura spacciata ai nastri di partenza sta stupendo tutti con grandi prestazioni e mostrando un ottimo calcio promettendo battaglia in questo match che incrocia per la prima volta in serie A bergamaschi e spezzini.

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GLI ULTIMI DUBBI DEL GASP: restano a casa diversi pezzi da novanta, rientrati non al top dalle nazionali e con un occhio al match di Liverpool di martedì sera. Out così Djimsiti, Hateboer, Mojica e Muriel, il Gasp dovrà far di necessità-virtù contanto però sui rientri di Gosens e De Roon. In porta potrebbe tornare Gollini mentre davanti ci sono il Papu con Zapata e, probabilmente, Lammers.

LE PROBABILI FORMAZIONI:

SPEZIA (4-3-3): Provedel; Mattiello, Terzi, Chabot, S. Bastoni; Estevez, M. Ricci, Deiola; Agudelo, Nzola, Gyasi – All.: Italiano

ATALANTA (3-4-1-2): Gollini; Toloi, Ramero, Palomino; Sutalo, De Roon, Freuler, Gosens; Gomez; Lammers, D. Zapata – All.: Gasperini.

ARBITRO: Rapuano di Rimini




Nazionali Atalanta: Djimsiti vero leader, crollano Miranchuk e i colombiani

Nazionali Atalanta, un tour de force assai complicato

Nella serata di mercoledì 18 novembre è terminata la seconda pausa delle nazionali, e anche in questo caso i rappresentanti dell’Atalanta hanno vissuto esperienze diverse nei rispettivi gironi. Vediamo insieme come sono andati.

CROLLO TOTALE- Un martedì nero per Mojica, Muriel, Zapata e Pasalic, tutti e 4 usciti sconfitti dai rispettivi impegni con Colombia e Croazia. Quasi impronosticabile il 6-1 tennistico inflitto dall’Ecuador ai cafeteros, e questa volta solo Mojica e Zapata sono partiti titolari, ma senza incidere. Inutile l’entrata in scena di Muriel al 43′ sul 4-1.

Di certo più combattuta la sfida tra Croazia e Portogallo, vinta dai lusitani. Mario Pasalic ancora una volta parte titolare sulla trequarti, ma appare spento e molto stanco, e per questo motivo esce al 64′. Nonostante la sconfitta, la formazione croata si salva grazie alla vittoria della Francia, che fa retrocedere la Svezia.

Infausta sorte tocca anche alla Russia di Miranchuk, che incassa una manita dalla Serbia. L’atalantino cambia nuovamente ruolo, giocando da esterno d’attacco sinistro nel 4-3-3, ma anche in questo caso la squadra lo aiuta poco. Sul risultato di 4-0 già nel primo tempo, l’allenatore decide di toglierlo anzitempo.

LEADER E CERTEZZE- Nettamente migliore il computo dei risultati di mercoledì 18 novembre per i nostri ragazzi. Djimsiti appare in grande forma, ancora una volta titolare inamovibile nella difesa a tre dell’Albania, che vince contro la Bielorussia, ottenendo la promozione nel gruppo B di Nations League.

Un ottimo secondo posto dietro all’Italia dei miracoli per l’Olanda di Hateboer, che vince 2-1 in Polonia. Ancora una volta il c.t De Boer schiera dall’inizio l’esterno nerazzurro, uscito al 57′ solo per stanchezza.

Nota assai positiva l’ennsima prestazione convincente di Ilicic, titolare inamovibile, nonché fulcro del gioco della sua Slovenia. Contro la Grecia purtroppo non riesce ad incidere, ma rimane in campo fino al 92′.

PAPU “INUTILE”- Niente da fare, Scaloni proprio non riesce a vedere le potenzialità del Papu. Indispensaile con la maglia nerazzurra, quasi superfluo in nazionale, dove l’Argentina si impone 2-0 sul Perù, e il capitano della Dea entra all’89’, giusto per far rifiatare Lautaro Martinez.




Nazionali Atalanta, Ilicic e Freuler a segno. Male i colombiani

Nazionali Atalanta, bene Ilicic e Fruler

L‘Atalanta si rende ancora protagonista con i suoi nazionali. Nello scorso weeknd, infatti, sono 10 i giocatori nerazzurri che hanno preso parte alle varie sfide di Nations League. Vediamo come sono andati.

ON FIRE- Da segnalare subito l’ottimo momento di forma di Remo Feuler, che dopo aver siglato una rete pazzesca contro la Germania nella pausa di ottobre, replica il gesto contro la Spagna.

Non è da meno il nostro Josip Ilicic, per ben due volte consecutive titolare con la sua Slovenia. Se contro l’Azerbajian aveva giocato un’ora abbondante, nell’importante match contro il Kosovo Josip sigla il rigore decisivo al 94′ che porta sul 2-1 finale la compagine slava, per il primato del gruppo a quota 13.

GARANZIE- Sempre nella giornata di domenica 15 novembre, si registrano le buone prestazioni di Miranchuk, Djimsiti e Hateboer. Il primo ha giocato per 80′ come esterno d’attacco nel 4-3-3 russo, e nonostante la sconfitta della sua squadra per 3-2 contro la Turchia del milanista Calhanoglu, ha disputato un’altra partita convincente.

L’albanese ha tenuto in piedi la difesa a 3 della sua nazionale per tutti i 90′, garantendo solidità contro il Kazakistan. Sfida poi vinta per 3-1 dai padroni di casa. Ora la nazionale di De Biasi lotta ancora per il primato del gruppo con la Bielorussia.

Analogo risultato per l’Olanda di Hateboer che entra ormai a risultato ottenuto al 64′, nonostante i 4 punti in testa rimediata nella precedente sfida con gli Oranges.

Tornado a sabato 14, invece, si registrano le comparsate di Malinovskyi e Pasalic, con Ucraina e Croazia. Il primo gioca 90′ come terzo di centrocampo, ma non riesce ad incidere contro la Germania. Ancora una volta è vittima del nervosismo, ottenendo l’ennesimo giallo delle ultime settimane. Mario Pasalic dopo il gol nell’amichevole contro la Turchia, entra a gara in corso al 63’contro la Svezia dell’ex Kulusevski, ma il tempo per incidere è troppo poco.

Non come alla Dea

CAFETEROS SPENTI- La data di venerdì 13 non ha portato fortuna ai tre cafeteros nerazzurri, usciti sconfitti pesantemente con la Colombia per 3-0 contro l’Uruguay.

Mojica, Muriel e Zapata sono partiti titolari, ma se l’esterno ha sorpreso per dinamismo, quantità e voglia, il tandem offensivo ha steccato dopo molto tempo. L’ex Fiorentina è uscito dopo un’ora, ma i cambi non hanno fatto la differenza. Ora con questa sconfitta la nazionale colombiana si trova fuori dalla zona qualificazione ai prossimi mondiali del Qatar.




Nazionali Atalanta, Pasalic brilla, esordio per Pessina. Papu ancora in panchina con l’Argentina

Nazionali Atalanta, il quadro delle partite disputate

Tra amichevoli e partite di qualificazioni, i nazionali prelevati dall‘Atalanta non hanno particolarmente brillato, complici anche infortuni ed esperimenti tatici voluti di vari c.t.

In attesa dei match di Nations League, vediamo cosa hano fatto i nostri ragazzi in giro per il mondo.

Atalanta, Pasalic e Pessina ok

Nella giornata di mercoledì 11 novembre, ha spiccato Mario Pasalic, autore del momentaneo 2-2 della sua Croazia contro la Turchia, in un amichevole che lo ha visto giocare da trequartista nel 4-2-3-1. Il croato è uscito al 77′.

IL RIPOSO DE GUERRIERI- Riposo invece per Djimisti, Gosens, Malinovskyi e Freuler, rispettivamente con Albania, Germania,Ucraina e Svizzera. Il centrale nerazzurro non ha preso parte alla vittoria per 2-1 contro il Kosovo. Il tedesco, invece, come già annunciato da Low, non era stato nemmeno convocato e infatti l’esterno è tornato anzitempo a Zingonia per recuperare dal fastidio muscolare che lo ha tenuto fuori contro Liverpool, Crotone e Inter. L’ucraino, nonostante sia un punto fermo di Shevchenko, non è subentrato nella sfida con la Polonia, persa per 2-0.

ESORDI E CERTEZZE– Buone notizie giungono dall’Italia, dove il c.t Mancini ha deciso di far esordire Matteo Pessina, entrato al 46′ al posto di Tonali e autore di un secondo tempo convincente in mediana.

Convincenti anche le prestazioni di Hateboer e Ilicic. L’olandese è partito titolare nel classico 4-3-3- di De Boer, nonostante non sia ancora pienamente recuperato, ma uscendo al 46′ per precuazione. Josip Ilicic non è riuscito ad incidere con la sua Slovenia, ma vista la voglia di riscatto e di tornare al più presto in condizione, l’allenatore sloeno ha deciso di tenerlo in campo fino al 66′.

Analoga situazione per Miranchuk, in campo con la Russia per 67′, ma in un’insolita posizione da mezz’ala nel centrocampo a a 3.

E PAPU?- Vista l’importanza della sfida contro il Paraguay, ci si attendeva che il c.t dell’Argentina Scaloni desse qualche minuto a Papu Gomez. Purtroppo però, ancora una volta il numero 10 nerazzurro non ha trovato spazio nemmeno nei minuti finali.




Atalanta, Gasperini e la difesa a 4: solo un asso nella manica?

Atalanta, Gasperini con la difesa a 4?

ATALANTA-GASPERINI-DIFESA- Gasperini-difesa a 3 rappresenta un connubio consolidato da anni, e visti gli straordinari risultati ottenuti nell’ultimo quadriennio alla guida dell’Atalanta, è più facile che piova zucchero filato dal cielo, piuttosto che Gasp cambi modulo.

Nelle ultime uscite, però, abbiamo visto come il tecnico nerazzurro abbia attinto alla tanto vituperata difesa a 4 come asso nella manica per ripristinare l’equilibrio contro Ajax e Inter.

Non si tratta di venir meno al proprio credo tattico, come in molti forse hanno pensato di recente (soprattutto non atalantini), ma una questione di adattamento alla partita. Un dettaglio che spesso  mette in risalto le qualità di un allenatore, in primis pagato per essere in grado di comprendere  e leggere l’economia della partita.

Asso nella manica o di più?

Nel calcio possono accadere due situazioni: se le cose vanno bene, guai a toccare modulo e giocatori, ma nel caso le cose inizino a perdere efficacia, è giusto studiare nuovi approcci tattici.

Questo non significa sconfessare tutto ciò che si è creato precedentemente, ma studiare un piano B che possa far ottenere lo stesso risultato, facendo di necessità virtù.

Nelle ultime settimane, complici gli infortuni e una flessione della condizione psicofisica, il 3-4-2-1 si è rivelato uno schema di gioco prevedibile, lento, lontano parente da quello che ha fatto gioire il popolo nerazzurro.

Il 4-2-3-1 ha risollevato la Dea in più occasioni, e sono bastati in media 20 minuti per ritrovare lo spirito guerriero orobico.

Ma il calcio è fatto di uomini, oltre che di momenti, e quando la stanchezza o la poca lucidità incidono sul gioco, è doveroso ritrovare un approccio che possa valorizzare quel “poco” che si ha a disposizione.

Modulo ad hoc per l’attacco

A livello di organico, infatti, al momento il tocco magico dei nuovi attaccanti e la penuria di opzioni a livello difensivo  (soprattutto esterni) potrebbe esaltare in toto un modulo a trazione anteriore, dove gli esterni bassi darebbero man forte alla retroguardia. Questo permetterebbe di spingere al quartetto offensivo, dove tra Gomez, Zapata, Miranchuk, Muriel, Ilicic, Malinovskyi e Lammers l’imbarazzo della scelta è notevole, ma sinonimo di qualità e quantità.

Da arma segreta a rischioso ma potenziale assetto “necessario” il passo è breve. Ma come sempre a Gasp l’ardua sentenza.




Serie A, i risultati dopo la 7a giornata

I RISULTATI DELLA SETTIMA GIORNATA

VENERDI’ 6 NOVEMBRE

ore 20:45
Sassuolo-Udinese 0-0

SABATO 7 NOVEMBRE

ore 15:00
Cagliari-Sampdoria 2-0: 48′ rig Joao Pedro, 69′ Nandez

ore 18:00
Benevento-Spezia 0-3: 29′ Pobega, 65′ e 70′ Nzola

ore 20:45
Parma-Fiorentina 0-0

DOMENICA 8 NOVEMBRE

ore 12:30
Lazio-Juventus 1-1: 15′ Ronaldo, 94′ Caicedo

ore 15:00
Atalanta-Inter 1-1: 58′ Lautaro Martinez, 79′ Miranchuk

Genoa-Roma 1-3: 47′, 67′ e 85′ Mkhitaryan, 50′ Pjaca

Torino-Crotone 0-0

ore 18:00
Bologna-Napoli 0-1: 23′ Osimhen

ore 20:45
Milan-Verona 2-2: 6′ Barak, 19′ aut. Calabria, 27′ aut. Magnani, 93′ Ibrahimovic

LA CLASSIFICA
# Squadra PG V P S GF GC DG Pts.
1 Milan 7 5 2 0 16 7 +9 17
2 Sassuolo 7 4 3 0 18 9 +9 15
3 SSC Napoli 7 5 0 2 15 7 +8 14
4 Roma 7 4 2 1 16 11 +5 14
5 Juventus 7 3 4 0 15 6 +9 13
6 Atalanta 7 4 1 2 18 14 +4 13
7 Inter 7 3 3 1 16 11 +5 12
8 Hellas Verona 7 3 3 1 10 5 +5 12
9 Lazio 7 3 2 2 11 13 -2 11
10 Sampdoria 7 3 1 3 11 11 +0 10
11 Cagliari 7 3 1 3 14 15 -1 10
12 Fiorentina 7 2 2 3 10 12 -2 8
13 Spezia 7 2 2 3 11 15 -4 8
14 Bologna 7 2 0 5 11 13 -2 6
15 Parma 7 1 3 3 8 13 -5 6
16 Benevento 7 2 0 5 10 20 -10 6
17 Torino 7 1 2 4 12 16 -4 5
18 Genoa 7 1 2 4 7 15 -8 5
19 Udinese 7 1 1 5 6 11 -5 4
20 Crotone 7 0 2 5 6 17 -11 2



Aldilà di ogni ragionevole dubbio

Partiamo da quell’ultimo quarto d’ora di Atalanta Inter, dove la Dea è tornata a spingere e attaccare come sua consuetudine, e dove non a caso è arrivato il gol del pareggio.

Un sorriso a metà per Gasperini che sicuramente ha visto una reazione tecnica ed emotiva rispetto a quella totale incassata contro il Liverpool, ma proprio perché si tratta di una gioia dimezzata, bisogna tenere conto anche della parte meno brillante e ancora inspiegabile.

Nel calcio così come a livello giuridico 3 indizi fanno una prova, e nel caso dell’Atalanta le tre partite su quattro disputate dopo la sosta suscitano dubbi e incomprensioni tecnici-tattici che il Gasp riduce al concetto di mancanza d’intensità, ma che forse non bastano a spiegare l’improvvisa involuzione dei nerazzurri.

Per questo motivo è naturale che possano sorgere dei ragionevoli dubbi, frutto di incomprensioni e incertezze fornite da ciò che abbiamo visto e sentito. Tuttavia, questo concetto altamente utilizzato in giurisprudenza indica una situazione oggettiva in cui le prove a carico di un indiziato non possono in alcun modo portare alla sua colpevolezza, perché ambigue o insufficienti.

Come sappiamo, infatti, nel calcio quando qualcosa non va il primo a rischiare grosso è sempre l’allenatore, ma solo risultati eloquenti e prove schiaccianti lo condannano ad un esonero lampo.

Gasperini assolvibile o in parte colpevole?

Sia chiaro, Gasperini non è e non sarà mai sulla graticola, ma alla luce degli  ultimi risultati possiamo trovare giustificazioni valide per non trovarsi aldilà di ogni ragionevole dubbio?

ALI BLOCCATE, MA-  Non è un segreto di stato che l’80% delle manovre offensive si produca con le fasce. Ed è logico intuire che se esse non volano a dovere, qualcosa si possa pure inceppare.

Lo abbiamo visto contro Napoli, Sampdoria, Crotone , Liverpool e Inter, dove Mojica e De Paoli (A Ruggeri diamo tempo, perché il ragazzo si farà e pure bene), hanno dimostrato di non essere all’altezza della situazione al momento. In parte scelte tattiche sbagliate, nelle ultime partite invece Gasp ha dovuto fare di necessità virtù, perché il mercato ha comunque fornito delle riserve a livello numerico proprio per ovviare a questo genere di difficoltà, ma lavorare psicologicamente e tatticamente sui nuovi arrivati quando si gioca ogni 3 giorni sarebbe complicato per tutti.

ADEGUAMENTI- Una cosa è certa nella vita di Gasperini: la difesa a 3, ma da grande allenatore sa che in tempi di magra e di grande difficoltà, qualche accorgimento serve come il pane.

Alla fine di Atalanta-Liverpool nessuno pensava che contro l’Inter avesse potuto rivoluzionare l’assetto tattico della squadra, ma date le circostanze e il forcing dell’ultimo quarto d’ora, siamo così sicuri che un passaggio al 4-2-3-1 in assenza di ali si debba utilizzare come arma segreta, anziché come piano B?

A posteriori sono tutti allenatori, ma aldilà di ciò che può affermare il sottoscritto, conta ciò che ha visto Gasp. Qui non si tratta di cambiare tutto affinché cambi nulla, come nel Gattopardo, ma di tra non cambiare mai e cambiare mai il confine è labile.

GIOCA CHI STA BENE?- Ogni allenatore si affida principalmente a quei 13-14 giocatori nell’arco di una stagione, e Gasperini non è di certo escluso.

Tra chi non può farne a meno e chi invece rimane immobile su certe concezioni tecnico-tattiche, spesso però a farla da padrona è la condizione psicofisica dei giocatori.

“Gioca chi sta bene”, questo è uno dei cardini della filosofia del Gasp, ma ultimamente forse alcuni preconcetti e un pizzico di orgoglio hanno inciso sulle prestazioni della squadra.

Escludendo difesa e centrocampo, dove le numerose assenze e acciacchi hanno praticamente deciso per Gasperini, in attacco 4 dei 5 gol è arrivato da riserve, perché al momento il tridente titolare vede Gomez-Ilicic-Zapata.

I dati però non mentono e se Muriel, Lammers e Miranchuk ogni volta che giocano convincono e segnano, inibire il loro momento anziché esaltarlo potrebbe risultare controproducente.

Il reparto è folto, ma competitivo, soprattutto in un campionato come quello di Serie A che al momento non vede un padrone o squadre nettamente superiori alle altre. Per questo motivo, un maggior roteazione potrebbe non inficiare sull’esito del gioco, ma addirittura rimettere benzina nel motore.

Ci tengo a precisarlo nuovamente: forse si trattano di elucubrazioni mentali senza capo né coda, e i motivi di questa flessione saranno altri e di natura casuale, ma non devono essere interpretati come spunti critici, ma spunti di riflessione per capire cosa è migliorabile al momento.